”Maggiolata”, l’omaggio poetico alla primavera di Giosuè Carducci: un inno esistenziale alla vita

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Di Stella Grillo

Maggiolata di Giosuè Carducci significa, letteralmente, cantata di maggio. L’autore in questa poesia omaggia la primavera ma inneggia anche la vita e l’amore. Nel nuovo appuntamento della rubrica Letteratura per l’Infanzia, un componimento su un mese speciale.

Maggio, infatti, reca con sé lo zefiro della giovinezza, il rigoglio della vita che sboccia e si riflette nei fiori e nella sinfonia di colori propria di questo periodo. Ma possiede anche pensieri oscuri: quasi un promemoria volto a sottolineare come così nella natura, anche nella vita, coesistono sfumature positive e negative che vanno, ugualmente, accolte.

Maggiolata, Giosuè Carducci: l’inno alla stagione primaverile, allegoria della vita

Maggiolata, Giosuè Carducci - Photo Credits: ilprimatonazionale.it
Maggiolata, Giosuè Carducci – Photo Credits: ilprimatonazionale.it

Il componimento Maggiolata di Giosuè Carducci è presente nell’opera Rime nuove. Secondo il poeta, il mese di maggio simboleggia la giovinezza e la rinascita ma, tuttavia, non è scevro di novelle funeste. Ci si ritrova, leggendo, in una vera e propria lode alla stagione primaverile: un inneggiare quasi razionale, poiché, all’interno dei versi di Maggiolata, Giosuè Carducci evidenzia il risveglio festoso della natura, invitando l’umanità ad amare la vita e a esser grata per i doni ricevuti. Tuttavia, questo clima di gioia quasi arcadico si interrompe quando, Carducci, introduce un elemento razionale. Maggio non reca solo fiori o il gorgheggiare melodioso degli usignoli; ha anche sfumature negative come le ortiche, le serpi, i boschi di spine che mai devono essere sottovalutate.

Maggio risveglia i nidi,
maggio risveglia i cuori;
porta le ortiche e i fiori,
i serpi e l’usignol.
Schiamazzano i fanciulli
in terra, e in ciel li augelli:
le donne han ne i capelli
rose, ne gli occhi il sol.
Tra colli prati e monti
di fior tutto è una trama:
canta germoglia ed ama
l’acqua la terra il ciel.
E a me germoglia in cuore
di spine un bel boschetto;
tre vipere ho nel petto
e un gufo entro il cervel
.

Contrapposizione fra aspetti positivi e negativi dell’esistenza

Nella poesia Maggiolata, Carducci, con immagini e semplici figure retoriche mette in contrapposizione gli aspetti positivi e negativi del mese in cui, la primavera, è fiorente e in tutto il suo splendore. La luce, così come il sole negli occhi della donne, gli elementi naturali presenti nei versi, sono l’emblema degli aspetti positivi della poetica carducciana. Simboli che, in seguito, si contrappongono al buio o al freddo della morte; sfumature negative che, nonostante tutto, non predominano mai sulla visione positiva che Giosuè Carducci ha della vita.

Maggio è sì il mese della giovinezza, dell’allegria, del canto degli uccelli e delle rose: ma è anche il mese in cui crescono le ortiche e i serpenti si svegliano dal letargo. L’ultima strofa, poi, è significativa: le vipere e i gufi rappresentano l’allegoria di pensieri dolorosi e sinistri che, durante questo mese, si fortificano. Alla luce da cui la poesia Maggiolata è pervasa, ecco contrapporsi quegli ultimi versi oscuri: ”tre vipere ho nel petto, e un gufo entro il cervel” come se Carducci volesse sottolineare alcuni pensieri negativi; dei crucci disturbanti nonostante a maggio, la primavera, raggiunga tutto il suo fulgore.

Maggiolata, Giosuè Carducci insegna ad accogliere gli aspetti più o meno piacevoli della vita

L’immagine dei bambini che giocano all’aperto, complice il clima mite della stagione del risveglio, lo schiamazzare, l’udire degli usignoli, le donne avvolte dalla luce calda del sole che adornano i capelli con i boccioli di rose appena dischiusi; uno scenario bucolico che, al lettore, desta la serenità di un tipico pomeriggio primaverile. Si noti come per Carducci, la luce rappresenti vita, rigoglio, esistenza. Anche in una sua nota poesia dedicata al figlio scomparso all’età di sei anni, Pianto Antico, appaiono i termini come calor, sol, ”né il sol più ti rallegra”, in contrapposizione alla fredda e nera terra, simbolo di morte.

La natura stessa risveglia l’amore che è insito in ogni elemento: contagia, dissemina la gioia di vivere che si dilata e percorre ogni elemento nella sua rinascita, l’acqua, la terra, il cielo. Ma seppur in Maggiolata gli elementi nefasti siano indiretti, sono oltremodo presenti: la bellezza ha i suoi lati oscuri. La primavera stimola queste forze sinistre che Carducci sottolinea come aspetti meno piacevoli dell’esistenza e che, come le cose belle, vanno ugualmente accettate.

Stella Grillo

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Foto in copertina: amalfinotizie.it