La Festa della Liberazione spiegata in versi ai bambini: due poesie sulla Resistenza di Gianni Rodari

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Di Stella Grillo

In occasione del 25 Aprile, due poesie sulla Resistenza di Gianni Rodari. Nel nuovo appuntamento della rubrica Letteratura per l’Infanzia, la Festa della Liberazione spiegata in versi da uno dei più grandi pedagogisti italiani del ‘900.

Poesie sulla Resistenza di Gianni Rodari: Viva la libertà

Poesie per la Resistenza Gianni Rodari

Gianni Rodari, pedagogista e scrittore per bambini, e le poesie sulla Resistenza: sono molti gli scrittori e i poeti che hanno dedicato versi al 25 Aprile, una data che ha cambiato la storia italiana; Franco Fortini, Pier Paolo Pasolini, Giuseppe Ungaretti, Italo Calvino. Queste poesie sulla Resistenza di Gianni Rodari celano una delle più grandi peculiarità della poetica del pedagogista di Omegna; parlare ai bambini in modo diretto poiché, quest’ultimi, sono in grado di capire e percepire qualsiasi emozione e situazione apparentemente etichettata come ”per adulti”.

Viva la primavera
che viaggia liberamente
di frontiera in frontiera
senza passaporto,
con un seguito di primule,
mughetti e ciclamini
che attraversando i confini
cambiano nome come
passeggeri clandestini.
Tutti i fiori del mondo son fratelli.

La libertà: un tema caro a Rodari, poeta che ha sempre inserito nei suoi componimenti l’amore verso il prossimo, la fratellanza, l’uguaglianza, l’essere liberi nel rispetto degli altri. Basti pensare a un altro suo celebre componimento: La luna di Kiev, poesia che sottolinea l’importanza dell’uguaglianza e che, oggi, risulta purtroppo tristemente attuale. Il primo verso di questa poesia si apre inneggiando alla primavera; una stagione libera, che viaggia di confine in confine e non ha bisogno di alcun passaporto per spostarsi. La primavera ha in sé insita la libertà; e con sé porta dei doni fioriti, come mazzi di ciclamini e mughetti che mutano il loro nome in base ai Paesi in cui quest’ultima sosta. Eppure, nonostante i cambiamenti, nessuno li addita come clandestini: perché tutti i fiori del mondo sono fratelli. Una metafora bellissima che sottolinea come la natura non abbia preconcetti, a differenza degli uomini.

La madre del partigiano

 Il 25 aprile è la data simbolo della lotta di resistenza militare e politica attuata dai partigiani. Badoglio, l‘8 settembre 1943, annuncia l’entrata in vigore dell’armistizio di Cassibile, firmato il 3 Settembre 1943. Tale atto sanciva il disimpegno dell’Italia dall’alleanza con la Germania di Hitler e l’inizio della campagna d’Italia e della Resistenza nella guerra di liberazione contro il nazifascismo. La maestre di vecchia generazione erano solite proporre agli alunni, fra le poesie da recitare per la Resistenza, questo bellissimo componimento di Gianni Rodari:

Sulla neve bianca bianca
c’è una macchia color vermiglio;
è il sangue, il sangue di mio figlio,
morto per la libertà.
Quando il sole la neve scioglie
un fiore rosso vedi spuntare:
o tu che passi, non lo strappare,
è il fiore della libertà.
Quando scesero i partigiani
a liberare le nostre case,
sui monti azzurri mio figlio rimase
a far la guardia alla libertà.

Una poesia semplice, un’immagine intrisa di tristezza e una situazione che, purtroppo, tante madri hanno sperimentato durante la Seconda Guerra Mondiale e nel mezzo di tante altre guerre del mondo. Il tono accorato di una madre che ricorda la morte del figlio deceduto sulle montagne; il protagonista è un giovane partigiano deceduto nei luoghi in cui quest’ultimi, di solito, si nascondevano per combattere.

Durante il rigido inverno, sulla coltre candida della neve, spunta un alone rosso; è il tono vermiglio del sangue di un giovane partigiano morto per difendere la libertà del suo popolo. La madre, immaginata da Rodari, si rivolge poi ai passanti; a primavera, quando il sole scioglierà il ghiaccio, spunterà probabilmente un fiore rosso. La donna, a questo punto, si rivolge ai passanti intimando loro di non sdradicare la gemma vermiglia, poiché simbolo della libertà.

La parte conclusiva è quella più densa di suggestione: quando i partigiani scendono dai monti a liberare i villaggi e le case, il giovane partigiano rimane a far la guardia alla libertà: tramutato in uno splendido fiore, coraggioso simbolo del suo gesto eroico.

Stella Grillo

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Crediti immagini – giornalelavoce.it