Noi della redazione BRAVE GIRLS abbiamo valutato di commentare l’infelice dichiarazione di Matteo Salvini sull’aborto.
Il 16 febbraio scorso, durante la manifestazione Roma Torna Capitale, il già ai più noto personaggio, Matteo Salvini, ne ha detta un’altra. Inizialmente ha messo le mani avanti facendosi protettore del diritto di donna di scegliere, poi ha corretto il tiro e ha specificato che la libertà di scelta dovrebbe appartenere solo a un certo tipo di donna (magari italiana e abbastanza ricca da affidarsi alla sanità privata), compatibilmente con la sua visione retrograda del mondo.
La dichiarazione di Matteo Salvini:
Nello specifico, Salvini ha affermato che:
“Delle infermiere del pronto soccorso di Milano mi hanno segnalato che ci sono delle donne che si sono presentate per la sesta volta per una interruzione di gravidanza. Non entro nel merito di una scelta che compete solo alla donna. Non è compito mio né dello Stato dare lezioni di morale o di etica a chiunque, è giusto che sia la donna a scegliere per sé e per la sua vita. Però non puoi arrivare a prendere il pronto soccorso come la soluzione a uno stile di vita incivile per il 2020”
Ha poi aggiunto che
“Ci sono immigrati che hanno scambiato i pronto soccorso per un bancomat sanitario per farsi gli affari suoi senza pagare una lira. È ora di smetterla che ci siano migliaia di cittadini non italiani che hanno preso il pronto soccorso come l’anticamera di casa loro. Io dico che la terza volta che ti presenti paghi”
Uno “stile di vita incivile”?
Il comportamento politico (se così si può definire!) di Salvini, ormai lo abbiamo capito, è tipico del cerchiobottista: quindi, se da una parte non vuole pronunciarsi esplicitamente sul problema dell’ IVG, vuole comunque ammiccare al suo pubblico di riferimento, quello più tradizionalista, conservatore e pro-life.
Tuttavia la domana è una: come mai l’aborto dovrebbe essere la prestazione medica più “incivile” per l’elettorato di Salvini?
Soprattutto quando, la maggior parte delle fratture, delle ustioni, degli incidenti per cui si ricorre al Pronto Soccorso sono dovuti ad attività innocue e quotidiane (guidare, cucinare, fare sport ecc.) tanto quanto il sesso?
Perchè il problema alla base è questo: concepire il sesso come un’attività normale, quotidiana, semplice come tagliare la verdura (e, in casi molto sfortunati) affettarsi le dita.
Ma per quale motivo allora nella retorica Salviniana questo concetto non passa?
Salvini, dal conservatorismo alla repressione sessuale:
Wilheim Reich, psichiatra galiziano e allievo di Freud, teorizzò una linea di collegamento tra teorie reazionarie e repressione sessuale. Egli parte dall’analisi della famiglia, e allargandosi verso la visione della società nella storia, traccia un percorso che può essere ritrovato nella figura politica (e ancor di più nell’elettorato) di Matteo salvini.
La teoria è semplice: la repressione sistematica della sessualità porta le masse alla sottomissione in senso politico.
Questo perché l’educazione della famiglia (autoritaria e patriarcale) reprime gli istinti di gioco e di eros (inteso come spinta vitale) del bambino fin dall’infanzia. Il bambino quindi, attraverso l’esercizio dell’autorità rigida, è portato ad aderire ciecamente ai costumi dominanti: non può allenare il suo pensiero critico o sarà punito. La verità è una, e non finisce qui.
Egli è spinto a competere con i suoi fratelli e sorelle per la conquista dell’affetto della figura prevalente (il Padre), mutilando le tendenze a collaborare e socializzare in un’ottica (di preparazione al mondo Capitalista) per cui ci si deve fare da sè e gli altri sono minacce, motivi di competizione.
Questo meccanismo secondo Reich si riproduce dunque anche negli atteggiamenti etnocentrici e pregiudiziali tipici del nazifascismo.
Vedremo gli stessi temi negli studi dei filosofi della scuola di Francoforte, come nell’opera di Adorno La personalità autoritaria. In sostanza, il sentimento di competizione che porta il bambino alla lotta per la supremazia nel nucleo familiare è lo stesso che porta un uomo adulto a riconoscersi nei valori del nazionalismo aggressivo. Il tutto regolato dai tre capisaldi dell’autorità: la famiglia patriarcale, la religiosità e la divisione del lavoro.
Salvini e il sessismo interiorizzato:
Nel 2020, credere che l’aborto sia una pratica riservata solo a donne dedite al libertinaggio sfrenato è quantomeno ingenuo (se non addirittura indice di una forte repressione sessuale, come analizzato sopra!).
Infatti l’aborto è una pratica medica che riguarda sempre più spesso anche le coppie già sposate, quelle che magari di figli ne hanno già e che non possono permettersene altri.
Senza contare che è, ancora una volta, messa in discussione la libertà femminile, mai quella dei loro partner.
La gravidanza è un atto che comprende due partner, ma la responsabilità in questo caso viene messa al 100% sulle spalle della donna. La donna incivile, come se si fosse messa incinta da sola. Ancora una volta Matteo Salvini si rivolge ad un elettorato distratto, che pensa con la pancia, non notando come il suo “ragionamento” sia inesistente (non c’è tesi che sia supportata da fatti, né uno straccio di rapporto di causa\effetto nella sua presunta argomentazione) e come le sue dichiarazioni puntino più ad evocare un sentimento sulla base delle parole usate che a portare avanti una vera e propria tesi.
Sulla contraccezione e l’aborto:
Avere una vita sessuale nel 2020 implica anche occuparsi di contraccezione, e quindi spendere soldi in preservativi, visite mediche, impianti e farmaci, che sono spesso a carico della donna. La maggior parte dei contraccettivi infatti sono vaginali, e le visite che ne conseguono fanno parte di un’Iter che non sempre viene effettuato, per questioni economiche come anche contestuali (reperibiltà, tempo, etc…).
Purtroppo non possiamo negare che la sessualità priva di conseguenze ancora oggi è un lusso, anche grazie a persone come Salvin, che si oppongono a progetti di educazione sessuale nelle scuole e credono che il tema della sanità legato alla prevenzione delle gravidanza indesiderate sia un capriccio e non un’urgenza. Lo “stile di vita” a cui fa riferimento il leader della Lega dunque, non è sintomatico di un edonismo scellerato, ma piuttosto di un problema economico, politico e culturale, che ostacola in tutti i modi l’abilitazione di consultori e una sanità funzionante e accessibile anche ai migranti, alle persone meno abbienti o con difficoltà linguistiche.
Ricordiamo che a Roma era la Casa delle Donne ad occuparsi di assistenza ginecologica gratuita per tutte le donne, e che proprio durante il governo di Salvini è stata smantellata.
La coerenza non è mai stata una dote di quest’uomo, ma noi BRAVE GIRLS ci ricordiamo bene, vi spieghiamo tutto e vogliamo che anche le frange più reazionarie dell’elettorato italiano siano messe davanti all’evidenza, e non vittime di un gaslighting che si appella agli istinti più rabbiosi, conseguenza di un malcontento che non ha nulla a che vedere con le donne ma verso le quali queste diventano quasi un capro espiatorio.
Informazioni utili sull’aborto:
In Italia, abbiamo ben due leggi che tutelano formalmente il diritto della donna di scelta sul proprio corpo: la legge 194 (che riguarda la libertà di scelta delle donne riguardo l’IVG) e la legge 40 del 1998 che assicura la gratuità delle prestazione mediche riguardanti la maternità, tra cui anche l’aborto.
Queste leggi, però, sono pura formalità in un paese che “vanta” delle percentuali altissime di medici obiettori (vicine al 90% in alcune regioni ) e dove l’aborto è ancora pesantemente ostacolato e stigmatizzato.
BRAVE GIRLS verso l’8 Marzo:
Noi BRAVE GIRLS consideriamo le infelici dichiarazioni di Matteo Salvini come un’abile sfruttamento di un malcontento che necessita un capro espiatorio, ma non abbiamo non potuto notare come le politiche patriarcali siano permeate di una fortissima repressione sessuale.
Salvini, ci dispiace tanto per te! Ogni tanto, godi! Godi e sii incivile, incivile come noi!
Noi che facciamo sesso, siamo donne e proviamo piacere considerandolo naturale. Sai cos’è che non è naturale? L’obiezione di coscienza alle percentuali che viviamo attualmente in Italia, la mancanza di fondi che svuota i consultori o la difficoltà di dare un’adeguata assistenza ginecologica a tutte le donne sul territorio. E queste sono solo un paio di cose.
Per tutelare il diritto a scegliere sul nostro corpo, scioperiamo il nove marzo in tutta Italia con un corteo che vuole far sentire la voce anche di tutte le donne migranti che vengono umiliate tutti i giorni dalla retorica Salviniana, e per ricordarci che l’unica sessualità incivile è quella che avviene senza consenso!
Calorosamente, BRAVE GIRLS.
Articolo di: Gaia Pollastrini e Rae Mary
Editing: Rae Mary
Artwork: Rae Mary
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