Tanti auguri a Carlo Goldoni, grande commediografo italiano
Carlo Goldoni, nato il 25 febbraio del 1707 a Venezia e morto nel 1793 a Parigi, è stato il più grande rinnovatore del teatro italiano. Entra in diretto contatto con il mondo del teatro nel 1734 per poi dedicarsi principalmente alla commedia.
Con le sue opere principalmente ambientate nella Venezia e nella Livorno cortigiane, Goldoni è ben presto diventato uno dei commediografi più famosi della letteratura italiana. Dopo quasi trecento anni dalla stesura delle sue opere più famose, come Arlecchino servitore di due padroni e La Locandiera, le sue commedie dell’equivoco rimangono ancora attuali.
La riforma del teatro
Goldoni è famoso per la sua rivoluzionaria riforma del teatro. Volle portare in scena la verità della vita, servendosi della commedia, che lui associava alla forma teatrale più vicina alla realtà di tutti i giorni. La commedia era un genere accessibile a tutti e a qualsiasi ceto sociale.
Portando sulla scena personaggi reali e vicende che rispecchiavano problematiche attuali, Goldoni permetteva al pubblico di immedesimarsi con la storia. I personaggi venivano raccontati con tutte le loro sfaccettature psicologiche e la storia toccava tematiche vicine a tutti. Lo spettatore aveva modo, così, di entrare nella commedia e viverla come se la stesse interpretando lui in prima persona.
Con i suoi lavori, Goldoni aspirava a formare una civiltà più gentile e rispettosa dei diritti. L’obiettivo era di trasmettere un messaggio affinché tramontassero le usanze rusteghe in favore di relazioni basati sulla lealtà e cercava di sottolineare l’importanza dei sentimenti, tenuti a freno dalla ragionevolezza. Per questo Goldoni non va ricordato solo per la sua infinita bravura come commediografo, ma anche perché portatore di ottimismo in un periodo storico in cui scarseggiava.
La Locandiera
Fra tutte le commedie da lui composte, Goldoni ritiene che La Locandiera sia quella più istruttiva, più morale e più utile.
Commedia in tre atti scritta nel 1752, venne rappresentata per la prima volta al Teatro Sant’Angelo di Venezia ed è la più fortunata commedia di Goldoni.
L’opera rispecchia il dibattito sulle classi sociali, tipico del Settecento. La protagonista, Mirandolina, incarna i nuovi ideali della borghesia emergente in questo secolo che si pone in netto contrasto con la crisi profonda della vecchia nobiltà. Si parla di un momento storico in cui all’effimero potere dei nobili si contrappone il concreto potere del denaro, valore strettamente borghese. Questo conflitto tra borghesia e nobiltà si sente in particolar modo a Venezia, città in cui la borghesia mercantile comincia ad acquisire la supremazia.
L’altro tema dominante è quello della figura femminile che comincia la sua lotta per l’uguaglianza. Mirandolina, che incarna la figura femminile in questione, è una donna d’affari. Esponente della borghesia in ascesa, preferisce a cavalierati o marchesati un matrimonio sicuro con un uomo capace di aiutarla nella conduzione della locanda.
Mi piace l’arrosto e del fumo non so che farmene