Il premier Conte ha annunciato l’estensione a tutto il Paese delle misure straordinarie volte a combattere l’epidemia da Coronavirus.
Non si tratta di un divieto assoluto a uscire di casa: questo vale solo per le persone positive al Covid-19 e quelle poste in quarantena, ma di un “vincolo a evitare ogni spostamento”. La responsabilità e la sensibilità di ogni singolo cittadino saranno fondamentali.
Le regole per gli spostamenti
Era dalla seconda guerra mondiale, di fatto, che l’intero Paese non vedeva una limitazione così capillare del movimento dei singoli cittadini.
Restate a casa è il nome informale del provvedimento, “non c’è più tempo” aggiunge Conte.
Le norme che prima valevano per la Lombardia e le altre 14 altre province valgono da oggi per tutto il territorio nazionale.
I movimenti delle persone saranno permessi solo se motivati da esigenze lavorative, situazioni di emergenza o motivi di salute. Il cittadino dovrà presentare un’autodichiarazione, ovvero un modulo che si potrà compilare da soli prima della partenza o nel momento in cui si venga fermati dalle forze di polizia.
Le persone positive al virus o sottoposte a quarantena, invece, non potranno in alcun modo lasciare la propria abitazione.
L’Arma dei carabinieri e delle polizie municipali effettueranno i controlli sulle limitazioni lungo lo strade e la linea autostradale.
Nelle stazioni ferroviarie e negli aeroporti, i passeggeri sia in partenza che in arrivo, oltre ai titoli di viaggio sono tenuti a fornire l’autocertificazione. Verranno inoltre sottoposti a termoscan per il controllo della temperatura corporea.
Spesa
Palazzo Chigi ha specificato che non è prevista la chiusura dei negozi dei generi alimentari, che rientrano tra le categorie che possono restare sempre aperte.
Il governo ha aggiunto che l’approvvigionamento alimentare sarà garantito regolarmente, di conseguenza non è necessario fiondarsi al supermercato e creare inutili assembramenti per acquistare generi alimentari o altri beni.
Attività di ristorazione e bar
Le attività di ristorazione e i bar saranno aperti dalle 6 alle 18, rispettando la distanza di sicurezza. Dopo quell’ora dovranno chiudere.
Nei giorni festivi e prefestivi sono chiuse le medie e grandi strutture di vendita, ma anche gli esercizi interni ai centri commerciali e ai mercati.
Sanzioni
L’invito delle autorità ai cittadini è in sostanza quello di spostarsi il meno possibile.
Chi venisse fermato dalle forza di polizia e non fosse in grado di giustificare i propri spostamenti verrà punito, in base all’articolo 650 del codice penale, con l’arresto fino a tre mesi o l’ammenda fino 206 euro.
Coloro che, positivi al virus della Covid-19 o posti in quarantena, dovessero lasciare l’isolamento rischiano pene più severe. In questo caso, il reato è quello di delitto colposo contro la salute pubblica (articolo 452 del codice penale), che prevede pene dai sei mesi ai dodici anni di carcere.
Siamo di fronte a una delle crisi più gravi nella storia del paese, ed è quindi senza precedenti anche un decreto che limita in questo modo gli spostamenti. Sarà importante la partecipazione di tutti i cittadini nel modificare le loro abitudini, essendo ovviamente impossibile controllare capillarmente ogni spostamento.
È morto il valore del rispetto collettivo o siamo ancora capaci di pensare al di fuori del nostro individuo e dei nostri interessi?