Con i campionati fermi e con la speranza di tornare al più presto a raccontare di volley giocato, abbiamo fatto una piacevole chiacchierata con uno dei personaggi più solari e piacevoli di tutta la Superlega, il “ministro della difesa”, Salvatore “Totò” Rossini.
Salvatore Rossini in pillole
Salvatore è un amico, ci conosciamo da diversi anni e l’intervista diventa una simpatica e informale chiacchierata tra amici, parlando di svariate cose, tra volley, famiglia, studi, ricordi, virus ed altro ancora.
Salvatore Rossini nasce a Formia (Lt) a luglio del 1986, Formia è la patria dell’atletica e non lontano dal campo CONI muove i primi passi nella pallavolo locale, tra i vari campionati giovanili, divertendosi anche nel beach volley sulla sabbia di casa. Nel 2003 si trasferisce a Latina tra le fila della Icom Latina e da qui in poi inizia il suo viaggio sui campi di serie B di mezza Italia, Sora, Catania, Aversa, Cortona fino alla chiamata in A2 di Città di Castello e il successivo ritorno a “casa” nella massima serie con l’Andreoli Latina. Nei due anni trascorsi a Latina, Salvatore esplode e si consacra come uno dei migliori liberi in circolazione, meritando la chiamata in nazionale e il passaggio nel 2014 a Modena, la squadra più illustre del volley italiano, vivendo ora la sua settima stagione in glialloblù.
Ragazzo deciso, determinato, orgoglio della terra pontina, laureato in Ingegneria Gestionale, punta alla laurea Magistrale, impegno massimo e forza di volontà in ogni cosa, come quando in un esame di Analisi 1, all’Università, vide davvero le streghe con molti ostacoli non facili da superare.
Vita tra stop forzati e allenamenti
Iniziamo parlando di questo stop forzato del campionato, delle Coppe e della “quarantena” a cui sono sottoposte le persone che vivono in Emilia.
Salvo, siete in quarantena, immagino che possiate allenarvi anche rimanendo a casa. Vivi, comunque, in una zona dove la cucina è pura poesia.
“Hai ragione, ma dobbiamo stare attenti, altrimenti al rientro sono guai (ride, ndr). Sì, ci stiamo allenando, pur prendendo tutte le precauzioni imposte, per mantenere uno stato di forma ottimale.
Ora è tutto fermo, il turno che si doveva giocare in settimana in Europa è saltato. Voi siete in semifinale di Challenge Cup, che notizie vi hanno dato?
“Martedì ci hanno comunicato, da parte della CEV, che con molta probabilità giocheremo sia andata che ritorno con il Galatasaray, in campo neutro, a Maribor, nel giro di due giorni, appunto per evitare spostamenti in aereo”.
Il campionato
Parliamo un po’ del campionato. Sta andando molto bene mi sembra, pur avendo una partita in più siete secondi e dopo il periodo nero di dicembre vi siete ripresi alla grande.
“Sì, stiamo facendo un bel girone di ritorno, abbiamo ottenuto vittorie importanti, tutte da tre punti, in casa con Lube e Milano, fuori a Trento, ed abbiamo recuperato i passi falsi commessi all’andata, approfittando anche di qualche punto perso dalle altre. Può succedere di tutto ancora, Perugia deve giocare ancora contro di noi, contro Lube e Trento. Ripeto, può davvero succedere di tutto, noi siamo lì pronti ad approfittarne“.
Questo può alla fine risultare fondamentale per la griglia dei playoff.
“Infatti, noi avremo Verona e Perugia a Modena e lì vedremo poi in che condizioni saremo, anche perché giocare in casa, nei playoff, un’eventuale bella, può significare molto. Allo stato attuale delle cose, dovremo incontrare Perugia e loro spesso, in trasferta, negli ultimi anni, hanno lasciato qualcosa per strada”.
Modena e il volley
Entriamo nella sfera personale. Vivi e giochi a Modena, che dal punto di vista del volley è un ambiente un po’ particolare.
“Sì, è particolare perché c’è un affetto, non una pretesa, ma una voglia di vedere un certo tipo di pallavolo che da altre parti non c’è“.
Pubblico dal palato fine per intenderci.
“È vero, ma questa è un’arma a doppio taglio. Mentre in altri palazzetti il pubblico incita a prescindere la squadra di casa, qui in alcuni casi storce un po’ il naso su alcune giocate dei propri giocatori, appunto perché sono abituati e desiderano vedere una pallavolo di un certo tipo. Però quello che ti dà Modena nella vita di tutti i giorni è incredibile. Quando cammini per strada, ti fermano, ti danno una carica impressionante, ti trasmettono la loro voglia di pallavolo, una città dove il calcio è uno sport minore. Qui c’è gente abbonata da più di venti anni“.
Allenatori a confronto
Come ti trovi a lavorare con Giani? Due pontini in gialloblù.
“Uhh, è davvero tanta roba. Ti porta degli stimoli ed una voglia di stare in palestra unici, perché lui è sempre carico, è sempre positivo, ti chiede molto perché lui stesso dà molto. Studia in maniera impressionante le partite e i giocatori e di conseguenza ti richiede la stessa professionalità. Non vuole che tu vada in palestra ad allenarti al cinquanta per cento, devi sempre dare il massimo“.
Tu che hai lavorato anche con altri allenatori importanti, quali Lorenzetti e Stoychev, che differenze sostanziali hai trovato tra tutti e tre?
“Angelo è molto molto bravo a parlare e rapportarsi con i giocatori e capirne tutte le sfaccettature. Ogni atleta è diverso dagli altri, c’è chi puoi parlarci in un certo modo, chi permetterti di riprenderlo, chi parlarci per pochi minuti e chi per più tempo: Angelo, in questo, è molto bravo. Oltre a saper preparare benissimo le partite, lui sa cosa serve per poter sbloccare un giocatore e fargli dare quel qualcosa in più in campo.
Giangio con il carisma che ha, con il suo passato, con la voglia e il mettersi in gioco nuovamente, con l’aggiornamento continuo che lui ha fatto e continua a fare, non rimanendo ancorato ad un concetto di vecchia pallavolo, pur facendo parte della “generazione di fenomeni”, è davvero sempre al passo con quello che succede. È il primo a dare il massimo, il primo ad arrivare in palestra e l’ultimo ad uscire, e quella carica te la trasmette anche quando sei in campo.
Con Stoychev ho vissuto una grandissima delusione, sia dal punto di vista tecnico che umano. Stop“.
La chiamata in nazionale
Bene Salvo, come sempre è stato un piacere parlare con te, speriamo di poterti riabbracciare presto e vederti quanto prima nuovamente in campo con la grinta e la determinazione che da sempre ti accompagna, magari con qualche trofeo in più e la nuova chiamata in nazionale.
“Ah sì, speriamo bene, speriamo innanzitutto di tornare a giocare quanto prima. Per i trofei vedremo, sarà dura ma ci proveremo. Per la Nazionale ovviamente ci spero sempre e lavorerò anche in funzione di questo obiettivo: le Olimpiadi ti regalano sensazioni uniche!“.
Ragazzo dotato di un’umiltà fuori dal normale, nonostante i tanti trofei vinti e riconoscimenti ottenuti. Salvatore Rossini, infatti, è stato argento all’Europeo 2013 e bronzo alla Grand Champions Cup 2013, bronzo e miglior libero alla World League 2014, medaglia di bronzo agli Europei 2015, medaglia d’argento alle Olimpiadi di Rio 2016, campione d’Italia con Modena nel 2016, vincitore della Supercoppa Italiana nel 2015, 2016, 2018 e Coppa Italia nel 2015 e 2016.
Ah, dimenticavamo: quell’esame di Analisi 1, Salvatore lo superò con il massimo dei voti!
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