Correva l’anno 1973, un ragazzo nato e cresciuto a Philadelphia decide di smettere per sempre con la cosa che l’aveva reso famoso in tutto il mondo, il basket. Personaggio dentro e fuori dal campo, unico, fisicamente devastante, in poche parole Wilt Chamberlain.
High School e College
Wilton Norman Chamberlain nacque a Philadelphia il 21 Agosto del 1936, in una famiglia di nove figli. Una famiglia umile, il padre faceva il saldatore e la madre la domestica, Wilt era un ragazzo normale, cresciuto a basket, limonate e biscotti. Nel 1951 si iscrive alla Overbrook High School, era un’adolescente, ma era già una grande star, oltre che il ragazzo più popolare della scuola. Tutta la scuola era elettrizzata al pensiero che potevano avere il più grande giocatore di basket della storia, era inarrestabile. Quattro o cinque falcate e si mangiava la palestra, e poi schiacciava, cosa impensabile a quei tempi. In una partita tra High School mise 90 punti in 28 minuti, 15 punti in un solo minuto, fuori dal comune. L’estate lavorava come fattorino di bagagli, passava le valige al secondo piano senza bisogno di scale o altro, era incredibile. Nel 1955 arriva all’Unversità del Kansas, dove batte subito il record del salto in alto, e nel frattempo gioca anche a basket. Nella sua prima partita universitaria segnò 52 punti, ed è ancora il record della scuola. Gli allenatori avversari gli mettevano addosso 4 avversari per cercare di marcarlo, ma lui comunque ne metteva 30 e Kansas vinceva di 30 o 40 punti.
I Globetrotters e l’NBA
Dopo 3 anni di studi, Wilt entra a far parte della squadra più famosa del mondo, gli Harlem Globetrotters. Per un bambino i Globetrotters erano il paradiso, ma ci restò solamente un anno. Si racconta però che in una trasferta a Mosca, dopo un esibizione, la squadra rimase a bere qualche shot di vodka al tavolo, gli altri giocatori cominciarono ad avere giramenti di testa o nausea, gli unici che resistevano furono ovviamente Wilt e Nikita Krusciov.
NBA
Nel 1959 passa in NBA, torna a Philadelphia per giocare negli Warriors. La lega era molto diversa allora, Wilt cambiò tutto in pochissimo tempo, cambiò l’idea del basket, da sport giocato a terra a sport giocato sopra il ferro. Nell’anno da rookie vinse il titolo MVP e guidò la lega per punti e rimbalzi. In quegli anni non era semplice per un giocatore di colore giocare a basket, le squadre avevano un massimo di due, ma con Wilt le cose cambiarono, è stato un icona mondiale anche per questo motivo. Tre stagioni con i San Francisco Warriors per poi ritornare a Phiadelphia, nei Sixers. Qui Wilt ingaggiò il duello più duro della sua carriera, quello con il giocatore dei Celtics e leggenda Bill Russel. Dopo 3 stagioni, finalmente arriva il titolo NBA, dopo 3 titoli MVP senza vincere il titolo, grazie alla rivoluzione del nuovo allenatore Hannum che lo convince a difendere di più e a prendere meno tiri, rivoluzione vincente. Dal 1968 al 1973 gioca per i Los Angeles Lakers, la prima stagione comincia malissimo, litigi con i compagni e problemi di ambientamento. I Lakers però si qualificano comunque per i Playoff, ma perdono in finale proprio contro il rivale di Wilt, Bill Russel e i suoi Celtics. Nel 71/72, grazie al nuovo allenatore Bill Sharman, i Lakers arrivano in finale, dopo aver battuto i Chicago Bulls e Milwaukee Bucks. I Bucks di un astro ascente Kareem Abdul-Jabbar, la sfida tra i due fù etichettata come la più grande sfida sportiva di tutti i tempi. Sconfitti i Bucks, i Lakers trovano i Knicks, sta volta vincono la serie e Wilt festeggia il suo secondo titolo NBA.
Riconoscimenti
Wilt è stato uno dei giocatori se non il più corretto nella storia dell’NBA, mai espulso mai un litigio, un esempio dentro il campo, fuori non proprio. Detiene il record di rimbalzi, ha vinto 7 volte il miglior marcatore della stagione, 4 volte MVP della stagione, due titoli, detiene anche il record di presenze di fila nell’NBA. Maggior numero di punti in una sola partita, 100, ma su questa storia c’è un enorme mistero. Nel 1999, il 12 Ottobre, ci lascia a soli 63 anni, una delle icone degli anni 60 non solo del basket, ma del mondo intero, il basket se è quello che è oggi lo deve anche a Wilt Chamberlain.
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