Il Palermo negli anni ha avuto tanti campioni che hanno scritto pagine indelebili di questo sport. Chi è rimasto impresso per sempre nella memoria dei tifosi rosanero, ma anche di chi ama dilettarsi col pallone in diversi trick di freestyle, è senza dubbio Vito Chimenti, inventore del gesto tecnico della bicicletta, nonché calciatore del Palermo tra il 1977 e il 1979. Noi di Metropolitan Magazine l’abbiamo contattato telefonicamente per un’intervista esclusiva per parlare di quegli anni in Sicilia e molto altro.
Il biennio al Palermo
Dopo aver militato per tanti anni in Serie C con le maglie di Matera, Salernitana e Lecco, nel 1977 a Vito Chimenti si apre la porta della Serie B. A proporgliela è il Palermo, compagine che in quegli anni giocava stabilmente nella serie cadetta, con un occhio sempre fisso sulla zona promozione, che in quel periodo, però, non venne mai raggiunta: “Palermo è stata una piazza molto importante per la mia carriera, perché mi ha dato la possibilità di giocare in Serie B, in mezzo ai professionisti. Devo tutto a questa società per quello che mi ha dato. Ho trovato una piazza bellissima, uno stadio piena e tanta gente che amava quei colori. Dentro di me quindi resta qualcosa di quella splendida città”.
La finale di Coppa Italia 1978/79
Nella storia del calcio italiano solamente una squadra è riuscita a vincere la Coppa Italia militando in Serie B: il Napoli. Un’altra squadra, sempre del sud, che ha sfiorato quest’impresa è il Palermo, che nel 1979 raggiunse per la seconda volta in pochi anni la finale della competizione pur stando in cadetteria. Quella fu una finale particolare, con i rosanero che, al cospetto di una grandissima Juventus, andarono addirittura avanti per 1-0 dopo un minuto di gioco con lo stesso Vito Chimenti. Alla fine, però, ad avere la meglio furono i bianconeri, con un gol nei tempi supplementari.
“Eravamo una squadra molto giovane, con qualche elemento d’esperienza. Sono stati due anni importanti in cui potevamo fare molto bene, magari anche andare in Serie A. Purtroppo nelle finali ci sono gli episodi. Avevamo fatto una grande partita e tenuto bene contro una squadra forte come la Juventus. Il pareggio a pochi minuti dalla fine ci ha tagliato le gambe e poi nei supplementari l’hanno portata a casa. Forse con un po’ di esperienza in più saremmo riusciti a portarla a casa”.
La famosa bicicletta di Vito Chimenti
Senza dubbio l’ex giocatore rosanero è rimasto negli annali anche per il gesto tecnico della bicicletta. Come lui stesso rivela, però, quando è diventato famoso non era la prima volta che lo metteva in pratica: “Lo avevo già provato svariate volte in Serie C. Poi, quando andai a Palermo, giocai contro il Napoli in Coppa Italia davanti ad uno stadio gremito, lo feci e segnai anche un grande gol: tutti da lì se ne accorsero. Se mi aspettavo che sarebbe diventato celebre? Beh i gesti tecnici diventano tutti famosi, come i grandi numeri inventati dai sudamericani”.
Sull’attualità
Per concludere l’intervista abbiamo chiesto a Vito Chimenti cosa ne pensa del Palermo di oggi e della situazione sanitaria che sta bloccando anche il prosieguo della stagione. “Il Palermo di oggi lo seguo assiduamente e quando gioca poco lontano da casa mia mi fa piacere andare allo stadio a vederlo giocare. Ritorno in Serie A? Secondo me serve costruire mattone su mattone, con molta calma. La società è importante, così come il pubblico e la piazza in generale, ce la può fare. Ripresa del campionato? Adesso non possiamo pensare al calcio, bisogna prima cercare di risolvere questa situazione che non è per niente semplice. Al primo posto c’è la salute di tutti gli italiani e dopo c’è il calcio, che seppur è una cosa molto importante per gli italiani va messa al secondo posto”.
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