Il decreto coronavirus, presentato venerdì scorso dal Presidente Conte, ha prolungato la quarantena fino al 3 maggio promettendo di predisporre un piano per la riapertura parziale delle attività. Molti governatori, comunque, stanno già lavorando per riaprire il prima possibile.

È il caso della regione Liguria; il Presidente Toti, in un’intervista al Corriere della Sera, ha dichiarato di avere interpretato il decreto coronavirus, e di essere pronto a far ripartire alcune attività, soprattutto gli stabilimenti balneari: “Noi abbiamo cercato di interpretare il Dpcm per riaprire lentamente alcune attività territoriali. […] Il decreto del presidente del Consiglio dei ministri parla di manutenzione degli stabilimenti industriali. Noi abbiamo inteso la manutenzione di ristoranti sulla spiaggia, chioschi e, soprattutto, stabilimenti balneari per la manutenzione e il montaggio delle strutture. […] bisogna dare la possibilità a queste strutture di lavorare, del resto lo fanno all’aria aperta, in economia, a conduzione familiare”.

Non solo strutture balneari, l’attività della Regione Liguria guarda anche al mondo della cantieristica navale: “Noi siamo la prima regione per nautica da diporto” e quindi “vogliamo dare la possibilità di fare manutenzione ai natanti nei porti e nelle rimesse, ma anche permettere ai cantieri navali di consegnare le barche finite ai clienti”.

Il Presidente vuole autorizzare anche i giardinieri e la piccola ediliziaper la manutenzione ordinaria e straordinaria di ville e case, nonché tutta la filiera del legno destinata alle seconde case che, davvero, speriamo possano essere autorizzate e raffrescate tutte da piccole imprese familiari”.

Riaprire tutto di botto non va bene. Prima a poi bisognerà riaprire le fabbriche e ci si deve cominciare ad attrezzare fin da ora” con “i test sierologici su saponetta a tappeto per tutti i lavoratori, così come a tappeto l’uso delle mascherine”.

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