Una casa di riposo trasformata in un vero e proprio lager, questo lo scenario che è emerso dalle indagini eseguite dalla Guardia di Finanza di Palermo. Decine di anziani maltrattati e vessati fino a spingerli ad atti di autolesionismo. Una storia assurda smascherata grazie a telecamere e intercettazioni ambientali.
Casa di riposo lager a Palermo
Violenze fisiche e psicologiche, schiaffi, spintoni, calci, questi solo alcuni dei maltrattamenti a carico di persone anziane e con difficoltà fisiche. ” Se ti muovi ti rompo una gamba”, queste una delle tante frasi rivolte ai degenti ogni giorno. Una storia raccapricciante quella emersa dalle indagini svolte dalla Guardia di Finanza di Palermo, che ha portato al sequestro della struttura. In manette l’intero staff del nosocomio. Sei le donne arrestate.
Si tratta di Maria Cristina Catalano, amministratrice della società che gestiva la struttura, Vincenza Bruno la sua assistente, e le dipendenti Anna Monti, Valeria La Barbera, Rosaria Florio e Antonina Di Liberto. Diversi i capi d’accusa come sottolineato dal Gip nell’ordinanza, dove si evince “l’urgenza di interrompere un orrore quotidiano con indole criminale”.
Per gli indagati è stata prevista la custodia cautelare in carcere, vista la gravità della condotta.
Bancarotta fraudolenta e riciclaggio per la società che gestiva la struttura
Come se non bastasse, dalle indagini la Guardia di Finanza, ha scoperto un complesso giro di illeciti a carico della società che gestiva la casa di riposo. Per questo è stato disposto il sequestro preventivo della stessa. Secondo gli inquirenti, un giro di malaffare per un totale di un milione di euro.
Dal 1992 la società si occupava della gestione della casa di riposo, attraverso una serie di espedienti e personaggi alquanto discutibili. L’amministratrice infatti si serviva di soggetti terzi, le “teste di legno” che ufficialmente gestivano conti e affari della società.
Attualmente la gestione della struttura posta sotto sequestro, è affidata ad un amministratore giudiziario.
Case di riposo: uno scempio senza fine
In un momento delicato come questo, in piena epidemia da coronavirus, le case di riposo rappresentano il settore più debole della società. Come abbiamo assistito nei giorni scorsi, si sono registrati migliaia di decessi nelle strutture a lunga degenza come nel caso eclatante del Pio Albergo Trivulzio in Lombardia.
“Un vero e proprio massacro”, così lo ha definito Ranieri Guerra, il direttore aggiunto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e consulente del ministro della Salute. Assenza di controlli, carenza nei dispositivi di protezione, queste le principali cause che hanno portato le residenze sanitarie assistenziali (RSA), a diventare un vero e proprio campo minato.
I dati sono allarmanti. Come ad esempio Bergamo, dove sono stati registrati più di 1500 morti nelle strutture a lunga degenza. Proprio in queste ore sono in atto perquisizioni in diverse città del nord Italia, quali Milano, Cesano Boscone, Settimo Milanese, Monza, Como e Varese, per capire se e in che modo ci sono state delle omissioni nella gestione dei pazienti.
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