In occasione del centotrentunesimo compleanno di Charlie Chaplin vi proponiamo il suo film più costoso e di maggior successo. Stiamo parlando di “Il grande dittatore”, una pellicola conservata dal 1997 nel National Film Registry dalla Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Un film che ha fatto la storia del cinema riuscendo ottenere un enorme successo, nonostante la grande censura a cui fu soggetta al momento della sua uscita in Europa nel 1941.

Il grande dittatore, la genesi della storia del cinema


Tutto cominciò il 12 novembre 1938, quando Charles Chaplin depositò la prima sceneggiatura di un film a cui lavorava da due anni che era intitolato “The Dictator”. Quasi un anno dopo, il 13 settembre 1939, mentre l’Inghilterra dichiarava guerra alla Germania nazista, furono distribuite le prime copie della sceneggiatura definitiva de “Il grande dittatore”. Una settimana più tardi le riprese cominciarono in gran segreto e con il rischio di un gigantesco insuccesso commerciale dato il grave periodo attraversato da tutta l’Europa. Nonostante questo Chaplin pose fine definitivamente al suo grande alterego comico Charlot, che nei precedente film “Tempi moderni” aveva cantato una canzone, inserendo dei dialoghi parlati. Questo perché Chaplin voleva fortemente non restare in silenzio in un momento così difficile per il mondo intero.

Il grande dittatore e il mappamondo

Un film molto costoso


Nonostante le riprese fossero cominciate in gran segreto, Il Grande Dittatore fu il film più costoso di Chaplin. Si trattò di ben due milioni dollari spesi nell’uso uso monumentale delle comparse, delle scene e dei costumi. Questo servi a Chaplin a regalarci un film straordinario con gag leggendarie, come il gioco con il mappamondo e la sala del barbiere con Napaloni, e il discorso finale senza tempo che chiude il film.


“Non basta però la parodia a esorcizzare l’incubo del nazismo: Chaplin, nella sequenza finale pronuncia con ardore parole di denuncia e di lotta ai soprusi. Il passaggio brusco da un registro all’altro lascia interdetti i critici e gli spettatori, ma la forza del discorso è proprio in questo strappo.”, scrive infatti Anna Fiaccarini nell’Enciclopedia del Cinema.

Il discorso finale di Chaplin

Alcune curiosità sul film


Chaplin interpreta in questo film il personaggio di un barbiere ebreo e di Hynkel, una parodia di Adolf Hitler cosi’ come lo sono molti personaggi e i luoghi di ambientazione del film. Napaloni, ad esempio, è la caricatura di Mussolini e la Tomania rappresenta la Germania. Viene ricostruito nel film un ghetto ebraico le cui insegne e scritte sono tutte in esperanto per simboleggiare l’universalità dell’ingiustizia del nazismo. Un ingiustizia e un crimine forse non compresi totalmente da Chaplin che dopo la guerra dichiarò :

“Se avessi saputo com’era spaventosa la realtà dei campi di concentramento, non avrei potuto fare Il grande dittatore; non avrei trovato niente da ridere nella follia omicida dei nazisti”.


Il film infine fu soggetto per ben due volte a censura in Italia. Durante la guerra, quando il regime fascista ordinò di ignorare “la propaganda dell’ebreo Chaplin”, e dopo, quando nelle riedizione del film del 1960 furono tagliate le sequenze con la moglie di Napaloni per non urtare la sensibilità della vedova di Mussolini ancora in vita. Solo nel 2016 grazie alla Cineteca di Bologna è stata portata nelle nostre sale la versione originale di questo capolavoro con i sottotitoli.