La popolarità e il successo possono avere un duro prezzo da pagare; soprattutto quando si ha un età generalmente dedicata alla spensieratezza. Il destino di Coco Gauff, invece, è stato un altro. La giovane promessa del tennis americano ha rivelato nel sito Behind the Raquet (che dà spazio a giocatori e giocatrici di raccontare loro storie) di aver sofferto per problemi legati alla depressione. Ad appena quindici anni Coco Gauff balza agli onori della cronaca per aver vinto il torneo di Linz, battendo in finale Jelena Ostapenko e diventando la nona tennista più giovane ad aggiudicarsi un torneo nell’era Open. Evidentemente lo stress da celebrità ed il carico di aspettative sono state un peso eccessivo.
Per tutta la vita, sono sempre stata la più giovane a fare le cose e questo ha creato delle aspettative che non avrei voluto. Proprio prima di Wimbledon stavo faticando a capire se lo sport che facevo era davvero quello che volevo. Ho sempre avuto i risultati, quindi non era questo il problema, mi sono ritrovato a non apprezzare ciò che amavo. Mi sono resa conto che dovevo iniziare a giocare per me stessa e non per altre persone. Per circa un anno sono stata davvero depressa, sono serviti anche i pianti, ma adesso ne sono uscita più forte e conoscendo me stessa più che mai.
Coco Gauff e l’exploit a Wimbledon
Coco Gauff accenna a Wimbledon perché è proprio nel più prestigioso palcoscenico del mondo del tennis che l’americana si fa conoscere anche dal pubblico meno avvezzo. Si presenta da qualificata sul’erba inglese e liquida con un perentorio 6-4, 6-4 niente meno che Venus Williams; una che Wimbledon lo ha vinto cinque volte. La sua avventura in quel magico torneo si conclude agli ottavi di finale, contro una Simona Halep ancora troppo forte per lei. La rumena vincerà il torneo demolendo in finale l’altra sorella Williams, quella Serena a cui Coco Gauff viene spesso, suo malgrado, paragonata.
Innanzitutto, non sono ancora al livello di Serena e Venus. E tra l’altro sento sempre affermare che non è giusto che siano paragonate ad altre. Io le guardo ancora come miei idoli.