Cimitero, parole dal mondo: l’antica parola greca che indicava ”un luogo di riposo”

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Di Stella Grillo

Nel nuovo appuntamento della rubrica Parole dal Mondo, in occasione del 2 Novembre, il termine Cimitero; un’antica parola greca che indicava un luogo in cui si andava a riposare. Di seguito, storia, etimologia del termine e critica di Ugo Foscolo e Ippolito Pindemonte alla nascita dei cimiteri moderni in seguito all’Editto di Saint Cloud.

Cimitero, etimologia e storia del termine

Cimitero
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Il termine Cimitero ha antiche origini: la sua etimologia ha, infatti, radici provenienti dal mondo classico. Il termine Cimitero deriva, infatti, dal greco κοιμητήριον (koimetérion) che, letteralmente, è traducibile con “luogo di riposo”: il verbo greco κοιμᾶν (koimân) significa infatti ”fare addormentare”. Successivamente, in latino si è reso con coemeterium. Il Cimitero come luogo fisico destinato alla sepoltura dei defunti, ha una risonanza culturale differente dalla parola necropoli. Se Cimitero indica un luogo di riposo, la parola necropoli si traduce come ”Città dei Morti”; come quest’ultimo, anche il vocabolo necropoli deriva dal greco e, precisamente, dall’aggettivo nekrosmorto” e polis, ”città”.

In archeologia, la necropoli si riferisce a un agglomerato di tombe che, seppur disposte in modo disordinato, si integrano in un complesso di tipo urbanistico. Si potrebbe affermare che il termine sia un corrispettivo del moderno cimitero. La fisicità di un luogo adatto in cui recarsi per compiangere chi si è perduto, è un atto di estrema importanza; un passo verso il superamento del trapasso come materia svanita, assenza fisica. Se esiste una casa da vivi è importante che ne esista una per i defunti, laddove i morti e la loro memoria, possano essere omaggiati da chi li ha amati sulla terra. Un concetto esplicato da Ugo Foscolo nel carme Dei Sepolcri, scritto nel 1807 in seguito all’incontro con il poeta Ippolito Pindemonte nell’estate dello stesso anno il cui tema è, infatti, la sepoltura.

Il valore della tomba in Ugo Foscolo e le critiche all’Editto di Saint Cloud

L’attenzione di Ugo Foscolo all’interno dell’opera Dei Sepolcri, si concentra sul tema della tomba, unica corrispondenza fra i vivi e i morti. Attraverso la tomba chi vive trova conforto e ricorda i propri cari. In epoca romana la sepoltura avveniva nelle catacombe al di fuori della città; la legge romana, infatti, vietava per motivi igienici la sepoltura nei centri urbani. Successivamente, in epoca medievale si diffonde l’usanza di utilizzare le chiese per consentire le sepolture. Tuttavia, è con l’ Editto di Saint Cloud, emanato da Napoleone Bonaparte il 12 giugno 1804, che si ottiene una regolamentazione delle precedenti norme sui cimiteri. Il provvedimento sorge in seguito ai problemi igienico-sanitari derivati dalla decomposizione delle spoglie dei defunti all’interno delle chiese.

Secondo tale disposizione, le tombe dovevano essere poste fuori dalle mura cittadine in luoghi soleggiati e aperti e, soprattutto, le lapidi dovevano essere tutte uguali; L’editto aveva quindi due motivazioni alla base; la prima quella igienico-sanitaria e, la seconda, ideologico-politica in virtù dei principi di eguaglianza sociale dominante durante la Rivoluzione Francese e nel periodo illuminista. Tale norma provoca discussioni fra gli intellettuali del tempo che, invece, evidenziano il valore della tomba: da un lato Ugo Foscolo con Dei Sepolcri, dall’altro Ippolito Pindemonte con I cimiteri (1805).

La tomba, simbolo di valore affettivo slegato dalla concezione materialista

La tomba, per Foscolo, non è importante nella sua accezione materialista ma nel suo valore affettivo: simboleggia un collegamento fra le persone care che si recano a commemorare chi non c’è più. Questo rappresenta l’unico momento di pace per i vivi. Nonostante Foscolo neghi la sopravvivenza dell’anima dopo il trapasso, il tema della tomba e la corrispondenza tra i vivi e i morti è trattato dal poeta anche nel sonetto In morte del fratello Giovanni; qui immagina di andare a visitare la tomba del fratello e parlare con lui. Ancora una volta, il sepolcro è necessario per lenire il dolore dei vivi dalla sofferenza della perdita. Le critiche di Foscolo, quindi, si riferiscono esclusivamente al tentativo di rendere impersonale una tomba attraverso il criterio di uguaglianza.

Stella Grillo

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