Fantasma, parole dal mondo: etimologia, storia e origini di un’antica parola inquietante

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Di Stella Grillo

Nuovo appuntamento con lo spazio Parole dal Mondo: questa settimana, in occasione del 31 Ottobre, il termine Fantasma; storia, etimologia e usi di una parola da brividi.

Fantasma, un’etimologia antica

Fantasma
Photo – credits: psicozoo.it

Il termine Fantasma ha radici antiche; è un lemma proveniente dal latino phantasma che, a sua volta, deriva dal greco φάντασμα, phàntasma, scaturito dal verbo ϕαντάζω phantàzo, “mostrare” o da ϕαντάζομαι ”apparire”. Il Fantasma è spesso definito come ombra, spettro o, derivante dalla lingua latina, larva. A questo proposito le larve o i lemuri erano gli spiriti celebrati dagli antichi romani durante le Lemuria ( o Lemurialia ); antiche feste di maggio dedicate ai morti. In alcune storie scaturite da leggende o dal folklore di alcuni luoghi, lo spettro si definisce come la forma visibile, fluttuante, di un’anima trapassata; nell’immaginario comune, quest’ultima, si rappresenta come una pallida figura evanescente, avvolta da un chiarore lattiginoso e, spesso, vestita di bianco. Non esistono riscontri scientifici che attestino, chiaramente, l’esistenza di un fantasma o di esseri soprannaturali.

La vita ultraterrena e le storie tramandate attorno alle figure dei fantasmi, costituiscono una natura prettamente derivante da credenze popolari. La sua arcaica etimologia risalente al greco antico, ed esattamente dal verbo phantàzo “mostrare”, veicola proprio l’idea di apparire, manifestarsi, mostrarsi, intesa come apparizione soprannaturale. Successivamente, la semantica del termine si sposta su di un’unica interpretazione: l’apparizione di un defunto. Tuttavia, nel mondo classico sia greco che romano l’apparizione di un presunto spettro non si associava a un sentimento di paura.

Fantasma, introduzione del termine nella lingua italiana

Il termine Fantasma appare nella lingua italiana solo alla fine del Duecento. La parola si rendeva con il genere femminile quindi ”La Fantasma”. Il primo significato attribuito al termine era proprio il riferimento a una persona defunta. Successivamente, la parola assume il genere maschile; pare, in questo caso, che le prime attestazioni siano da imputare a Savonarola. In seguito allarga i suoi significati a più accezioni: per qualcuno, il fantasma, è frutto di allucinazioni e fantasie; per neurologi e studiosi di fenomeni paranormali si tratta, invece, di variazioni dei campi magnetici.

Peter Underwood e il prof. Hermann Wilkins studiarono, a tal proposito, la Teoria dei Buchi spaziotemporali. E poi c’è ancora la parapsicologia, lo spiritismo, o le stesse religioni dall’induismo al cattolicesimo. Tuttavia, le versioni più conclamate sulla natura dei fantasmi restano quelle legate alle tradizioni popolari che li considerano anime di persone decedute. Sicuramente, però, quando si parla di fantasmi e spettri, nonostante le varie teorizzazioni, l’immagine che rimanda il significato del termine è sempre quello di evanescenza, impalpabilità; uno stato sospeso e impenetrabile.

Usi comuni e parole nuove derivanti dal termine

Si pensi all’incredibile moltitudine di usi comuni che rimandano all’evanescenza e alla vaghezza del termine. Leopardi cita il termine per trasmettere un senso di realtà illusoria e inesistente:

 ”Fantasmi, intendo, Son la gloria e l’onor”.

E, ancora, ”Sembrare un fantasma” riferito a una persona che ricorda uno spettro, in tono dispregiativo; la locuzione ”Credere ai fantasmi”, riferita a un interlocutore ingenuo, credulone su un argomento palesemente inesistente. Per finire, un esempio abbastanza pratico: la figura dei Ghost Writer, ovvero, colui che scrive per conto di un’altra persona rimanendo anonimo e facendolo figurare come vero autore del testo. Un altro termine novello è ormai il ben noto Ghosting: il comportamento di chi decide di interrompere improvvisamente una relazione, di qualsiasi genere, senza dare spiegazioni e rendendosi irreperibile, ovvero, dissolvendosi nel nulla. Il termine è apparso la prima volta nel 2014; l’ etimologia proviene da ghosting:  (to) ghost ‘muoversi di soppiatto, come un fantasma’ con l’aggiunta del suffisso –ing che, nella grammatica inglese, appartengono al  gerundio e al participio presente rappresentati dalla forma in -ing del verbo.

Stella Grillo

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