Pluviophilia, parole dal mondo: l’amore per la pioggia e il senso di pace che si ha durante le giornate piovose

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Di Stella Grillo

Il senso di benessere che alcune persone provano quando piove ha un nome: Pluviophilia. Nello spazio dedicato alle Parole dal Mondo, lo stato di pace che si sperimenta durante le tipiche giornate di pioggia.

Pluviophilia, l’amore verso le giornate piovose

PluvioPhilia
Credits: Flickr

La Pluviophilia è un termine che si accosta all’amore verso la pioggia. Molti pensano che, amare le giornate piovose, sia una caratteristica propria delle persone tristi o dal temperamento malinconico. Tuttavia, la Pluviophilia è ben altro: è connessione con la natura, ma anche con l’elemento acqua, da cui tutto deriva. Il battere della pioggia sui vetri, il suono che l’acqua piovana rilascia con il suo ticchettio sistematico sulle case, le grondaie, i palazzi, le immagini del mondo circostante lucido di gocce, quasi un acquerello vivente; e poi l’odore della terra bagnata, i rigoli di acqua per le strade. La Pluviophilia, se così presentata, non sembra proprio per persone malinconiche. Ma qual è la sua etimologia? Si può confermare si tratti di un neologismo proveniente dalla lingua inglese non ancora introdotto in lingua italiana. Tuttavia, il termine, deriva dal latino e dal greco:  plùvio agg., dal lat. pluvius der. di pluĕre «piovere»; più‎ il suffisso greco phílos «amante». Letteralmente significa, quindi, l’amore che si ha verso la pioggia e il senso di benessere che deriva dalle giornate piovose.

Le caratteristiche di un amante della pioggia

La Pluviophilia ha come peculiarità generale l’inclinazione non solo per il fenomeno atmosferico in sé, ma per tutte quelle attività sensoriali che si legano alla pioggia in quanto tale. Non è quindi un fenomeno disdicevole o angosciante, ma può essere una condizione da cui si ricava pace interiore anche solo attraverso la vista, il tatto o l’odore. Non è un caso che coloro che rientrano nelle caratteristiche della Pluviophilia, amino rimanere seduti a guardare la pioggia battente rigare i vetri delle finestre; alcuni pluvifilici affermano di provare piacere guardando o contando le gocce di pioggia attraverso i vetri. Altri, prediligono il cielo grigio, nuvoloso, con cumuli gonfi di pioggia: una condizione spesso percepita come colpevole della flessione del tono dell’umore. Eppure, ci sono soggetti il cui umore è addirittura favorevole solo se il cielo è cinerino.

La Pluviophilia è anche libertà: l’esperienza di stare sotto la pioggia, indica anche il divertirsi nel bagnarsi, o saltare nelle pozzanghere. Un atto che rientra in un’altra parola specifica, Hoppipolla: parola islandese che descrive la felicità del saltare nelle pozzanghere. Anche il suono rientra fra le caratteristiche più gettonate dagli amanti delle giornate piovose: la cadenza ritmica della pioggia è spesso utilizzata per rilassarsi. Ma è anche possibile che l’acqua battente induca una sensazione di protezione se percepita nel confort delle mura domestiche. Infine, l’olfatto: l’odore che rimane dopo un temporale si chiama Petricore; un olezzo piacevole e rinfrescante di terra e erba che rimane quando la pioggia finisce.

Stella Grillo

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