Il 5 maggio e la morte di Napoleone Bonaparte a Sant’Elena

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Di Stefano Delle Cave

Benvenuti nel viaggio nel tempo di Metropolitan Today. Oggi è il 5 maggio e la memoria non può non andare ad un famoso evento accaduto due secoli fa. Un fatto raccontato dai versi immortali di Alessandro Manzoni. Nella puntata di oggi vi parleremo proprio del 5 maggio 1821. Vi parleremo proprio della morte di Napoleone Bonaparte.

“Francia, esercito – capo dell’esercito – Giuseppina”

Queste le ultime parole pronunciate da Napoleone Bonaparte prima di morire il 5 maggio 1821 alle ore 17:49. Un tumore allo stomaco e il duro trattamento riservatogli dagli inglesi lo portarono alla morte nella sperduta isola di Sant’Elena a 52 anni. Napoleone espresse pubblicamente il suo disprezzo per gli inglesi e per il governatore di Sant’Elena sir Hudson Lowe, come riportato dal conte Las Cases nel suo “Memoriale di Sant’Elena”. Questi in seguito venne accusato di aver trattato troppo duramente l’ex imperatore.

L’avvelenamento di Napoleone Bonaparte

Il 5 maggio di Manzoni recitato da Vittorio Gassman, fonte altoteatro1

Successivamente nel 1955 vennero pubblicati i diari di Louis Marchand, un cameriere di Napoleone. Secondo questi scritti l‘ex imperatore sarebbe stato avvelenato con l’arsenico avvalorando alcune teorie complottiste diffuse già dopo la sua morte. Un avvelenamento che sarebbe avvenuto o per mano inglese, o per gelosia o involontariamente a causa del calomelano che gli veniva somministrato.

Questo disinfettante intestinale avrebbe mal interagito con l’orzata di cui Napoleone era ghiotto e che conteneva arsenico. Queste tesi sono state definitivamente smentite nel 2008 da una ricerca effettuata dall‘Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Secondo gli studiosi italiani la quantità di arsenico presente nel corpo di Napoleone non era letale considerato gli standard dell’epoca.

Altre ricorrenze importanti

Il nostro viaggio nel tempo continua con un giorno fondamentale per il Risorgimento italiano. Il 5 maggio 1860 Giuseppe Garibaldi e i suoi mille partirono da Quarto con i piroscafi Piemonte e Lombardo. 21 anni dopo, il 5 maggio 1821, veniva inaugurata a New York la Carnegie Hall. Il 5 maggio 1945 è invece ricordato come il drammatico giorno della liberazione del lager di Mauthausen. Parliamo ora di 3 5 maggio che hanno segnato la storia italiana. Il primo è quello del 1946 quando, grazie ad un’idea del giornalista sportivo Massimo Della Pergola, nacque la prima schedina della Sisal da cui sarebbe arrivato il Totocalcio. Il secondo è quello del 1948 quando la Repubblica italiana adottò il suo emblema.

L’ultimo è il drammatico 5 maggio 1971. Quel giorno il boss Luciano Liggio uccise in un agguato il procuratore capo di Palermo Pietro Scaglione. 10 anni dopo, il 5 maggio 1981, Bobby Sands morì dopo un lungo sciopero della fame nel carcere di Long Kesh. La sua storia è raccontata nel film di Steve McQuennHunger”. Il 5 maggio 1998 in Campania un grave alluvione colpì le province di Avellino e Salerno causando oltre 160 morti. Concludiamo il nostro viaggio nel tempo con il 5 maggio del 2000. Quel giorno uscì nelle sale cinematografiche “Il gladiatore” di Ridley Scott.

Stefano Delle Cave