Viviamo in tempi bui ed estremamente complicati. Oppure la triste verità è che le cose non solo non cambiano ma si evolvono? Sono impressioni molto forti e che saltano alla mente durante la visione di “Bombshell” (da oggi in Italia direttamente su Amazon Prime Video, a causa dell’emergenza Coronavirus). È un peccato che un titolo come quello di Jay Roach (regista di commedie quali i film di Austin Powers ma anche di un gioiellino come “Trumbo”) non sia riuscito ad arrivare nelle nostre sale perché “Bombshell” è grande cinema di denuncia.
Replicando in parte lo stile di un suo collega ovvero Adam McKay (regista de “La grande scommessa” e “Vice”), Roach decide di affrontare attraverso questo coraggioso film due realtà particolarmente delicate dell’America contemporanea. Soggetto del film è infatti lo scandalo del 2016 che colpì Fox News e nello specifico il fondatore Roger Alies, accusato dalla conduttrice Gretchen Carlson di aver molestato lei e molte sue colleghe. Tra cui Megyn Kelly, uno dei volti più famosi dell’emittente.
Questa però non è solo la storia della combattiva Gretchen e della combattuta Megyn ma anche di tutte le donne e gli uomini che, per un motivo o l’altro, sono rimasti schiacciati o sottomessi (in alcuni casi, in maniera consapevole) da una realtà fatta di opportunismo e mancanza di scrupoli. Realtà in cui si inserisce anche il personaggio di Kayla Pospisil, giovane promessa della Fox che finisce sotto il mirino di Alies.
“Bombshell” è un pugno allo stomaco.
E non perché Roach ci mostra direttamente i fatti che accusano Alies ma piuttosto espone le conseguenze di tali azioni, affrontando direttamente prima il fenomeno del Trumpismo e poi quello degli scandali sessuali che sarebbe poi esploso con il caso di Harvey Weinstein. Roach e lo sceneggiatore Charles Randolph tifano per le tre protagoniste ma non si fanno problemi a mostrare i lati contraddittori delle loro decisioni, spesso mosse dalla paura ma anche dalla convenienza e dalla consapevolezza di appartenere a un mondo ancora troppo maschile.
“Bombshell” non attacca direttamente il mondo del giornalismo ma ne mostra comunque l’aspetto più economico e per questo disumano, pur nella sua ambiguità. A cominciare dallo stesso Alies, interpretato da un grandissimo John Lithgow (uno di quegli attori capaci di essere affabili ed inquietanti allo stesso tempo). Non sempre Roach e Randolph sanno dosare allo stesso modo tutte le sottotrame (come nel caso di Kayla e la sua collega Jesse, interpretata da Kate McKinnon) ma colpiscono nel segno nella rappresentazione leggermente grottesca e cruda dei fatti.
Scene come quella dell’incontro tra Kayla e Alies sono lì a ricordarci in maniera brutale e necessaria che la storia di “Bombshell” non è finzione ma bensì una realtà che definire quotidiana fa solo gelare il sangue. A completare questo ritratto americano impietoso è un ricchissimo cast, capeggiato da un eccezionale trio protagonista (Nicole Kidman, Margot Robbie e soprattutto la magnifica Charlize Theron) e che comprende nomi quali Allison Janney, Rob Delany, Liv Hewson e un sinistro Michael McDowell nel ruolo di Rupert Murdoch.
“Bombshell” non sarà maligno come un “La grande scommessa” ma risulta comunque un film di denuncia potente e capace di affrontare argomenti che sono ben lontani dall’essere solo un brutto ricordo ma che anzi persistono tristemente nel nostro quotidiano.
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