Amata come nessun’altra, soprattutto dal pubblico italiano, Gabriela Sabatini compie oggi 50 anni. Sarebbe stato bello poterla festeggiare al Foro Italico se il Covid19 non avesse imposto la sua presenza al mondo. Perché la storia tra Gabriela Sabatini e gli Internazionali d’Italia è stata quella di un vero amore. Sbocciato nel 1988 quando l’allora diciottenne argentina si impose per la prima volta in finale contro la candese Helen Kelesi, il rapporto privilegiato col pubblico romano è proseguito e si è rafforzato nel corso degli anni. Frutto di una certa affinità di spirito latino, ma soprattutto della straordinaria classe della tennista argentina, il sostegno del pubblico l’ha porta a conquistare altri tre titoli nei successivi 4 anni. Quando scendeva in campo lei il Centrale diveniva una bolgia come il vicino stadio Olimpico durante un match di calcio.
Il talento precoce e la rivalità con Stefi Graf
Nata a Buenos Aires, la carriera di Sabatini parte spedita e già a quindici anni conquista la semifinale del Roland Garros. Tennista eclettica, capace di rendere al meglio sia giocando da fondo campo che con frequenti sortite a rete. Malgrado un servizio poco efficace rispetto alla concorrenza riesce, infatti, ad ottenere risultati importanti su tutte le superfici. Cinque semifinali a Parigi, quattro sul cemento di Melbourne, finalista a Wimbledon nel 1991 dove viene battuta da Stefi Graf. Con la tedesca Gabriela ha dato vita ad una appassionante rivalità tra la fine degli anni 80 e l’inizio dei 90. Si può dire che la carriera abbia regalato all’argentina meno successi di quelli che avrebbe meritato. Parte importante di questa ingiustizia sportiva è dovuta proprio al fato che ha voluto far incrociare la sua strada con quella della quasi imbattibile tennista tedesca.
Quasi, appunto. Perché nel 1990 Gabriela si prende il suo più prestigioso titolo, lo Us Open, proprio ai danni di Stefi Graf. E lo fa giocando un match perfetto, chiuso in due set col punteggio di 6-2, 7-6. Fu una delle 11 vittorie sui 40 incontri disputati tra le due rivali. Sembrano poche ma all’epoca nessuna ha mai vinto così tanti incontri contro Stefi. Sabatini vanta anche due vittorie in quello che allora veniva chiamato Master, oggi Wta Finals. Accade ai due margini della sua carriera. Nel 1988 contro Pam Shriver e nel 1994, contro Lindsay Davenport, appena due anni prima del suo precoce ritiro dalla scena agonistica a soli 26 anni dopo aver occupato lungamente la posizione numero 3 del ranking.
Da icona mondiale del tennis ad imprenditrice di successo
Oltre ad essere stata una delle giocatrici più significative del tennis moderno e la più importante tennista argentina della storia, Gabriela Sabatini è stata una delle prime icone del tennis mondiale. Col suo carisma, il suo fascino e la sua personalità ha contribuito notevolmente a migliorare l’appeal del tennis femminile. Pur non essendo stata la giocatrice più vincente della sua generazione, è stata forse la più amata e non solo in Italia. Più umana rispetto alla problematica perfezione di Graf, più talentuosa dell’altra grande rivale dell’epoca Arantxa Sanchez. Vista da fuori appariva solare, emanava simpatia più della quasi totalità delle colleghe. Le quali hanno sempre avuto una certa predilezione per quel suo modo naturale di essere timida, riservata ma allo stesso tempo amichevole. Racconta Monica Seles che Sabatini fu l’unica a starle vicino dopo il brutto episodio dell’accoltellamento ad Amburgo. Di fatto mentre tutte le tenniste votarono contro il congelamento della classifica dell’ex jugoslava, Gabriela fu la sola a non dichiararsi favorevole.
A ulteriore testimonianza del suo legame con il Bel Paese, dopo il ritiro Gabriela ottiene, insieme al fratello e al padre la cittadinanza italiana. Suo nonno David, infatti, emigrò in Argentina dalla natia Potenza Picena, trasmettendo il proprio sangue alla discendenza e ora anche il passaporto. Nella sua seconda vita Gabriela ha creato una propria linea di profumi. Tuttora in attività, l’azienda vende i suoi prodotti in tutto il mondo sfruttando il nome Sabatini come un brand ancora notevolmente attraente. L’ex campionessa ha avuto, inoltre, l’onore di dare il suo nome ad una rosa dal caratteristico colore arancio scuro, ed è stata immortalata nelle vesti di una bambola da una nota industria americana di giocattoli.