E’ stato uno dei più grandi tennisti della storia. Certamente tra i più completi. Capace di dominare il circuito sia in singolare che in doppio. Caratteristica, questa, rarissima. E’ stato, infatti, numero uno del mondo di entrambe le specialità come solo John McEnroe e Stefan Edberg hanno saputo fare. Ma in più aveva degli inimitabili baffi che lo hanno reso una vera e propria star e un orgoglio per tutta la sua Australia. Stiamo parlando di John Newcombe che oggi compie 76 anni ed è tuttora considerato campione di tecnica e di eleganza.
La grande stagione del tennis australiano
Nato a Sidney nel 1944, il percorso professionale di Newcombe si inserisce in quella meravigliosa stagione del tennis australiano che va tra gli anni 50 e gli anni 60. Insieme a Newcombe, personaggi come Rod Laver, Roy Emerson e Ken Rosewall hanno permesso all’Australia di attraversare un momento d’oro irripetibile che frutterà ben 15 coppe Davis in 18 anni. Inoltre dal 1961 al 1970 almeno un titolo del grande slam ogni anno è stato vinto da un tennista aussie.
Newcombe è assoluto protagonista di questa avventura. Il senso della squadra, gareggiare in gruppo, sono aspetti dello sport che lo esaltano. Non è un caso se, oltre alle citate vittorie con la nazionale, Newcombe sarà così prestante in doppio. Soprattutto insieme al suo compagno preferito e amico fraterno Tony Roche. Insieme vincono dodici titoli dello slam e sono ancora considerati la migliore coppia di sempre.
John Newcombe dominatore del gioco sull’erba
La sua esuberanza era evidente in campo. Potente e di gambe robuste, amava aggredire il campo. La sua incredibile tecnica lo porta a sviluppare un gioco tutto incentrato sul serve & volley che lo rende il manifesto vivente del gioco sull’erba. Riteneva che il grande tennista si riconosce dalla seconda di servizio e dalla prima volèe. Con quella superficie aveva un particolare feeling. Ne è testimonianza il fatto che tutti i suoi successi nei major al singolare siano stati ottenuti sull’erba, elemento che all’epoca ricopriva anche il suolo di Us Open e Australian Open.
Ma è soprattutto Wimbledon che lo consacra alla fama imperitura. L’All England si alza ad applaudire il ragazzo australiano per ben tre volte. Nel 1967, lo stesso anno in cui inanella anche le vittorie allo Us Open in singolare e nel Roland Garros, a Melbourne e ancora a New York in doppio, arriva il primo successo battendo in finale la sorpresa Bungert. Poi il bis nel 1970 contro Rosewall e il tris nel 1971 contro Sam Smith. Resta il cruccio di non aver mai trionfato in singolare a Parigi. Ma in Francia è stato protagonista di un’incredibile finale di doppio nella quale, sempre affiancato dallo scudiero Roche, superò l’altra straordinaria coppia di avversari composta da Laver e Emerson, in quella che può essere vista come una sorta di all star game dell’epoca.
Gli eccessi di un carattere esuberante
Complessivamente Newcombe solleva al cielo per ben ventisette volte un trofeo del Grande Slam. Diciassette successi in doppio, sette in singolare e persino 2 nel doppio misto. Fuori dal campo il suo carattere estroso ed il suo aspetto caratteristico lo portano ad essere un perfetto uomo-copertina. Resta celebre la pubblicità di una miscela di vermouth che prenderà per l’appunto il nome di ‘Newk’ in suo onore. Ma la passione per il divertimento e qualche alcoolico di troppo hanno anche alcuni effetti collaterali.
Il 4 settembre del 1976 il futuro presidente degli Usa, George W. Bush, viene fermato per guida in stato di ebbrezza. Insieme a lui c’è John Newcombe. I due si sono incontrati per la prima volta in quell’occasione. Immediatamente sono diventati amici. Newcombe, ormai a fine carriera, decide di arricchire il suo palmares con un altro trofeo. Sfida il giovane George. Ma stavolta a colpi di boccali di birra e non di racchetta. Quando verrà a galla nel 2000, la vicenda rischia di compromettere la corsa di Bush alla Casa Bianca. Il popolo americano, però, perdonerà la scappatella al rampollo texano.