Alcuni paesi del Nord hanno deciso di esprimersi contro il Recovery Fund proposto da Francia e accettato in seguito dalla Germania.

Austria, Danimarca, Paesi Bassi e Svezia hanno infatti inviato un non paper a Bruxelles. In questo, ribadiscono la loro contrarietà a misure che prevedano contributi a fondo perduto. Da qui l’esigenza di lanciare una proposta alternativa che preveda invece prestiti a condizione vantaggiose. A patto però, che siano vincolati a un fondo di emergenza della durata massima di due anni.

I paesi del Nord che dunque aderiscono a questo Recovery Fund alternativo, chiedono che tutti gli stati si impegnino a fare in seguito le riforme necessarie a risanare i loro bilanci. Un’altro forte diniego sul tema, è arrivato anche riguardo la possibilità di poter mutualizzare il debito. 

Questi paesi, sono stati soprannominati “i 4 frugali”.

Nel loro documento rimarcano inoltre il fatto che chi attinge a questo fondo dovrà obbligatoriamente utilizzare i soldi che prende in prestito soltanto in alcuni settori. Potenziamento del sistema sanitario, ricerca e l’innovazione, e una conversione Green per ridurre l’inquinamento. 

Oltretutto, per tutelare l’intera Unione Europea da possibili frodi, questi hanno anche richiesto il coinvolgimento della Corte dei Conti Europea, della Procura Europea e dell’Ufficio Anti-Frode. Nel documento presentato, viene infine precisato che lo scopo da perseguire deve essere quello di offrire, attraverso il bilancio UE, dei prestiti temporanei verso quegli stati che hanno subito i danni maggiori dalla crisi innecsta dall’epiedemia di coronavirus.

Adesso resta da capire come reagiranno i paesi del sud, ma anche la Germania che aveva accettato di buon grado il Recovery Fund francese.

La situazione è molto complicata. Perché proprio nel momento in cui una soluzione sembrava essere vicina, questo documento ribalta invece tutto. E si riapre dunque un nuovo scontro all’interno dell’Europa.