Sarà un vero e proprio tour de force quello che attenderà i tennisti a partire dal mese di agosto. Se tutto va come speriamo, infatti, da quel mese in poi fino alla fine dell’anno il calendario appena ufficializzato dall’Atp è stato considerevolmene compresso per permettere ai tornei maggiori di non perdere l’edizione del 2020. E naturalmente per consentire di limitare i danni di questa tormentata annata. La conseguenza, ovviamente, la sentiranno soprattutto le gambe dei protagonisti costretti ad una vera maratona di tornei
Come era ampiamente previsto saranno gli Stati Uniti a tenere a battesimo questo nuovo inizio del tennis professionistico. Si è fatto di tutto e si è in effetti riusciti a salvare la stagione del cemento americano col suo appuntamento apicale dell’Us Open. Certo ci si è persi la Rogers Cup per strada ma in compenso si sono salvati Washington e Cincinnati, che pur continuando a mantenere il suo nome si trasferirà a Flashing Meadow. Sarà così l’ideale apripista del major newyorkese.
Non ci sarà neanche il tempo di rifiatare che, immediatamente dopo la finale, i più volenterosi si trasferiranno armi e bagagli in Europa. Il cambiamento di continente si accompagnerà anche al cambiamento repentino di superficie. Dal cemento alla terra rossa e da uno slam ad un master 1000 come quello di Madrid senza soluzione di continuità. Subito dopo si attraversa il mediterraneo e si va a giocare l’altro master 1000 sul rosso, gli Internazionali d’Italia. Pregiatissimi preludi del Roland Garros
Lo slam parigino, pietra dello scandalo della fase 1, ha da tempo anticipato le mosse e si è trovato il suo posto al sole il 27 settembre. L’imposizione della data ha suscitato diverse polemiche ma in qualche modo ha anche dettato i modi dell’organizzazione del restante calendario. E’ proprio il brusco cambiamento di superficie e la compressione dei due slam che sta creando parecchi dubbi a diversi atleti di punta. Molti di loro, Djokovic e Nadal su tutti, non sono convinti di partecipare alla kermesse americana.
C’è certamente una dose di legittima ansia e il rischio reale è che ci si possa trovare a vedere tornei partecipati da soli tennisti del paese ospitante o del continente. Da una parte il suddetto timore di sottoporsi ad eccessivo stress data la mole degli impegni, dall’altra l’indubbia preoccupazione di ricominciare a viaggiare in paesi nei quali la situazione sanitaria è tutt’altro che risolta. Contrariamente al calendario femminile l’Atp per ora ha deciso di fermarsi al 4 ottobre. Facendo due conti si può dire che già così ci sarà una grande quantità d tennis di cui godere