Siamo così spesso abituati a nominarli da darli quasi per scontati, ma molti dei palcoscenici italiani portano il nome di un eroe del proprio club. Diverse sono le storie associate a questa componente. Percorriamo le strade che portano ai più celebri stadi d’Italia per scoprire l’origine della loro denominazione, festeggiando al meglio il ritorno della Serie A all’interno dei nostri confini nazionali.
Giuseppe Meazza, campione d’Italia e del mondo
È difficile dire se sia lo stadio più bello della Penisola, ma il fascino della “Scala del calcio” è fuori da ogni dubbio. Protagonista di migliaia di sfide emozionanti, il Giuseppe Meazza ospita due dei club più titolati del vecchio continente, ovvero Inter e Milan. Noto a tutti come stadio San Siro per il quartiere in cui è situato, prese il nome del calciatore milanese nel 1980, dopo un anno dalla ua morte. Meazza indossò entrambe le casacche della città, più quella nerazzurra che quella rossonera. Con l’Inter vinse tre campionati ed una Coppa Italia, mentre in Nazionale invece divenne campione del mondo nel ’34 e nel ’38.
Luigi Ferraris, centrocampista interventista
Non ha il palmares del suo illustre collega ma può vantare lo stesso di aver il nome in calce nella storia di questo Paese. Luigi Ferraris ha militato come centrocampista nella prima squadra del Genoa dal 1907 al 1911, prima di arruolarsi come volontario nella Grande Guerra. Morto nel 1915, nel 1933 la squadra rossoblu diede il suo nome allo stadio comunale di Genova, dove dal 1946 gioca anche la Sampdoria, controparte cittadina nata in seguito.
Renato Dall’Ara, presidente vincente
Non ha collezionato trofei in campo ma ha contribuito a rendere grande nel calcio una città ricca di bellezze. Renato Dall’Ara non verrà ricordato per le prodezze sul rettangolo di gioco ma per quelle fatte dietro la scrivania. Presidente della società emiliana per trent’anni, ha portato il suo club nell’Olimpo del calcio italiano. Morì 4 giorni prima di riuscire a vedere il suo Bologna vincere il titolo di campione d’Italia. Un triste epilogo per un dirigente rimasto nella leggenda.
Stadio Olimpico
L’Olimpico è l’impianto sportivo della capitale d’Italia, nel quale giocano Roma e Lazio. Inizialmente chiamato Stadio dei Cipressi o Stadio dei Centomila, fu ribattezzato “Olimpico” dopo l’assegnazione a Roma dei Giochi della XVII Olimpiade del 1960. Una vera e propria istituzione per il mondo sportivo italiano.
San Paolo di Napoli: un nome religioso
Denominato in principio Stadio del Sole, cambiò nome nel 1963 per celebrare la tradizione secondo la quale Paolo di Tarso avrebbe raggiunto l’Italia attraccando nella zona dell’attuale Fuorigrotta. In questo grande impianto sportivo gioca il Napoli. Un nome religioso per una città storicamente legatissima al Cristianesimo.
Artemio Franchi di Firenze
Artemio Franchi è stato un dirigente sportivo di uno spessore incredibile. Nato a Firenze, ricoprì il ruolo di segretario della Fiorentina nella stagione 1951-52 prima di entrare nelle altissime sfere calcistiche: fu presidente della FIGC dal 1966 al 1976, vicepresidente della FIFA dal 1974 e, a partire dal 1972, presidente della UEFA, fino alla sua scomparsa, il 12 agosto 1983. A lui sono intitolati due impianti sportivi: quello di Firenze e di Siena.
Allianz Stadium ed i suoi fratelli: quando il nome deriva dallo sponsor
Sorge sulle rovine del vecchio “Delle Alpi” di Torino. È la nuova, futuristica, tana della Juventus. Sull’impianto c’è poco da dire: è uno dei più moderni in Italia ed il suo nome deriva dallo sponsor che ha acquisito il diritto di chiamare questa struttura sportiva con il nome della propria azienda. In principio si chiamava “Juventus Stadium“. Un vero e proprio gioiello per la “Vecchia Signora“. Non solo in Piemonte, però, gli impianti adottano il nome della società disposta a pagare per farsi pubblicità attraverso il naming.
È il caso del Gewiss Stadium (ex “Atleti Azzurri d’Italia” dell’Atalanta), della Dacia Arena dell’Udinese (ex “Stadio Friuli“) e del Mapei Stadium di Sassuolo (ex Stadio del Giglio o Tricolore). Grandi aziende entrate nel mondo del calcio dalla porta principale.
Marcantonio Bentegodi
È il nome dello stadio della città di Verona. Il nome dell’impianto appartiene ad un ex dirigente sportivo italiano, fu il precursore dello sport veronese del XIX secolo. In questa struttura giocano l’Hellas Verona ed il Chievo Verona, le due compagini che difendono i colori della città scaligera di Romeo e Giulietta.
Stadio Via del Mare e Sardegna Arena: impianti accomunati dal luogo
Lo Stadio “Via del Mare” (Lecce) e la “Sardegna Arena” (Cagliari) sono accomunati dal luogo. Entrambe le strutture, infatti, prendono il nome dal luogo nel quale sorgono. L’impianto di Lecce è ubicato sulla strada statale 543 per la località adriatica di San Cataldo, mentre l’altro sorge sulle macerie del vecchio “Sant’Elia”: è lo stadio più bello della Sardegna ed il suo nome certifica la volontà della società cagliaritana di difendere i colori dell’isola.
Stadio Grande Torino
È l’impianto che ospita le partite casalinghe del Torino. Subì diversi cambiamenti di nomi: si chiamò Vittorio Pozzo, Benito Mussolini, Stadio Comunale, Stadio Olimpico ed infine ha assunto quest’ultima denominazione nel 2016. Il motivo è abbastanza ovvio: è un ricordo al “Grande Torino” che perse la vita nell’incidente aereo di Superga.
Ennio Tardini: un avvocato appassionato di sport
Ennio Tardini fu un avvocato e presidente del Parma che si adoperò perché il club disponesse di impianti adeguati per la pratica sportiva. In particolare, fece costruire la palestra “Umberto I” e diede avvio al progetto per costruire lo stadio. Tardini radunò una cordata di imprenditori e amministratori appassionati di calcio e raccolse i finanziamenti per avviare la costruzione della struttura a lui, oggi, dedicata.
Paolo Mazza e Mario Rigamonti: Spal e Brescia ricordano due importanti personalità scomparse
Un grande presidente che portò la Spal in Serie A ed un calciatore nato a Brescia che morì nella tragedia di Superga del Grande Torino. A queste due figure sono intitolati gli stadi “Paolo Mazza” di Ferrara e “Mario Rigamonti” di Brescia. Due figure che, per ragione molto diverse, sono destinate ad essere ricordate in eterno da estensi e rondinelle.
GABRIELE BOTTA E ANDREA MARI
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