Faccia da bad boy e immagine da scapestrato, ma quello che rappresenta Achille Lauro oggi, alla soglia dei 30 anni, è l’assoluta certezza di aver fatto centro nel mondo della musica italiana. Dal rap, alla trap, passando per lo swing dell’ultimo singolo “Bam bam twist“, Lauro coinvolge tutti nella sua rivoluzionaria forma d’arte
Achille Lauro, dall’adolescenza spericolata alla rivoluzione musicale
Cresce a Roma Lauro De Marinis, il vero nome dal quale si distacca quasi immediatamente: troppo comune, tipicamente veronese. Achille Lauro, invece, si distingue da subito, sin dall’adolescenza che passa con il fratello maggiore, Federico, che lo indirizza verso la strada della musica. Il lavoro di DJ e Producer per un collettivo rap della periferica nord di Roma, Quarto Blocco, appassionano il giovane Achille che inizia sperimentando la musica elettronica e i nuovi sound.
Gli anni trascorrono in maniera altalenante: tra qualche abuso ed eccesso di troppo, Lauro trova la sua forma che viene realizzata nell’ambiente innovativo della musica. L’immersione nel nuovo mondo porta, nel 2012, al primo mixtape firmato da Achille Lauro dal nome “Barabba“. All’interno troviamo un suono ancora frastornato, ma già centrato nei temi e nelle volontà.
L’anno successivo iniziano ad aprirsi nuove strade che lo porteranno all’incontro con colui che diventerà amico fraterno, collega e produttore dei suoi ultimi album, Boss Doms. Ma il 2013 è anche l’anno in cui inzia a esplodere il fenomeno trap. Lauro incarna perfettamente l’immagine del bad boy, grazie al suo stile fatto di cruda verità, alle volte fredda e cinica, ma particolarmente innovativa.
L’anno della svolta discografica, un nuovo Achille Lauro
L’incontro con la Roccia Music di Marracash e Shablo, vedrà la firma del suo primo contratto discografico. Nel 2014, pubblicherà “Achille Idol Immortale“, un titolo che dà la giusta misura dell’umiltà che da lì in poi caratterizzeranno la comunicazione dell’artista romano. Successivamente, il primo album da solista “Dio c’è” che lo consacreranno cultore della commistione tra trap ed elementi cristiani.
La carriera inizia a decollare ma non abbastanza. Disguidi con i produttori, la continua voglia di rivalsa e di eccedere di Lauro insieme allo svelamento di argomenti ancora troppo tabù per il periodo, non gli permettono di sfondare.
Gli anni dell’ascesa e Sanremo
Termina quindi la relazione con Roccia Music e per Lauro inizia una terza fase, la più produttiva e apprezzata. Il 2016 è l’anno di “Ragazzi Madre” dal quale si evince nitidamente la sua identità istrionica fatta di look stravaganti e una scrittura sempre più personale, ispirata alla sua vita passata in strada, nelle periferie romane. L’amicizia con Boss Doms diventa fondamentale, così, nel 2017, entrambi vengono scelti per partecipare al reality Pechino Express, durante il quale i due diventano icone indiscusse sui Social e si fanno conoscere al grande pubblico.
Tutte condizioni che lo portano a firmare un nuovo contratto discografico, stavolta con la major Sony Music, e alla pubblicazione di “Pour l’amour“. Un disco che lo indirizzerà verso il successo sperato. Tra i singoli più apprezzati ricordiamo “Thoiry” e “Ragazza di periferia 2.0” di Anna Tatangelo, rivoluzionata da Lauro e l’inseparabile Boss Doms. La consacrazione arriva con la partecipazione al Festival di Sanremo 2019. Il brano è “Rolls Roys“, classificatosi al nono posto, e scatenerà grandi polemiche a causa del velato riferimento alla droga, sempre smentito dall’artista.
Me ne frego, i look e la nuova hit dell’estate 2020
Il 12 aprile dello stesso anno esce il quinto album “1969“. Reduce dal successo della kermesse canora, la rivista musicale Rolling Stone lo includerà all’interno dei 20 migliori dischi del 2019. Il disco, inoltre, superando le 25 mila copie, otterrà il disco d’oro. Nel 2020 viene scelto nuovamente per partecipare al settantesimo Festival di Sanremo con “Me ne frego“, canzone che lo renderà nuovo personaggio dell’anno. Le sue performance durante la gara e la scelta dei look sono immagini iconiche che, nel bene e nel male, hanno portato Achille Lauro a diventare simbolo di una nuova svolta discografica e, soprattutto, sociale.
Vangelo, lotta verso gli stereotipi e i sessismi: c’è tutto questo all’interno dell’ultimo all’album e nelle rappresentazione mediatica di Achille Lauro. Dal look che omaggia il San Francesco dipinto da Giotto, a quello che si ispira a David Bowie: Achille se ne frega delle apparenze e distrugge i luoghi comuni. Per l’estate post quarantena di Covid-19, lo scorso 19 giugno Achille Lauro ha lanciato “Bam Bam Twist”.
Il nuovo singolo si immerge nel mondo del cinema, citando Tarantino, all’interno di un sound vintage anni ’60 e un testo che rimanda a una gioventù “malandrina”, fatta di quotidianità estrema e godereccia. Achille Lauro è il personaggio musicale del momento, unico e inimitabile nel panorama nazionale. Come da lui recentemente annunciato, sta lavorando a 2 nuovi album:
“Con il primo ci divertiremo, con il successivo cambieremo la musica italiana”.
A cura di Maria Zanghì
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