Ora è arrivata anche l’aritmetica: il Livorno è retrocesso in Serie C. Un epilogo inevitabile, dopo una stagione tormentata, in campo e fuori. La società toscana torna nella terza divisione dopo due campionati di Serie B.

Livorno, la retrocessione è aritmetica

La sconfitta di questa sera, tra le mura amiche del Picchi contro la Cremonese, ha solo sancito un epilogo che sembrava scritto da settimane. Il Livorno torna in Serie C dopo due anni di Serie B. La distanza dal quartultimo posto, l’ultimo valido per i playout e occupato dalla Juve Stabia, a cinque giornate dalla fine è incolmabile. In questa stagione il Livorno ha cambiato ben tre allenatori: i toscani avevano iniziato con Roberto Breda. Poi, nel mese di dicembre, l’esonero e l’arrivo di Paolo Tramezzani. In seguito il Breda-bis fino allo stop forzato per il Covid-19: alla ripresa l’esordio di Antonio Filippini. Una girandola di tecnici dettati dai risultati negativi, da una situazione di classifica sempre critica, accentuata anche dalle note vicende societarie.

La questione societaria: Spinelli e la cessione saltata

La cessione del Livorno sembrava cosa fatta. Poi, però, sono arrivati i problemi dell’acquirente, l’imprenditore libano-olandese Majd Yousif e la trattativa è saltata definitivamente. Spinelli è così rimasto al timone: il 30 giugno poi l’annuncio dell’interruzione dei rapporti contrattuali con tutti i giocatori in scadenza. Un evidente ed esplicito segnale di resa.

Livorno Spinelli
Aldo Spinelli – Photo credits: LaPresse

In campo la squadra ha lottato fino alla fine: al ritorno in campo, i toscani avevano vinto contro la Juve Stabia, ma perso contro Cittadella, Venezia e Trapani.

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