Il 14 luglio 1918 nasceva in Svezia Ingmar Bergman. Un artista totale che ha segnato per sempre con i suoi film la storia del cinema regalandoci molti capolavori immortali. L’opera di Bergman è grandiosa sia dal punto di vista registico che della sceneggiatura con una profondità che non ha uguali. Un lavoro che Bergman comincia nel teatro svedese per poi passare al cinema che gli ha dato successo internazionale.
Il cinema di Ingmar Bergman
La bellezza del cinema di Ingmar Bergman non sta solo nella sua estetica visiva ma anche nella grande profondità del linguaggio cinematografico adottato che diviene quasi letterario. Una profondità dovuta anche alla grande bellezza delle sceneggiature di Bergman che erano la base per il perfetto e minuzioso impianto stilistico dei suoi film. In essi vengono trattati molti temi importanti come la fede, la crisi spirituale e il terrore della morte. L’esempio migliore di questi è senza dubbio “Il settimo sigillo”, il film che diede a Bergman il successo internazionale. La potenza dei dialoghi adattata ad una surreale partita a scacchi tra un cavaliere e la Morte rendono questo film una pietra miliare del cinema.
La famiglia e la giovinezza
Un elemento importante della cinematografia di Begman sono i riferimenti biografici alla sua giovinezza e alla sua infanzia attraverso cui il grande regista rivive tutti i traumi e la magia del passato. Un esempio di questi è senza dubbio il suo ultimo grande film “Fanny e Alexander”, definito un riassunto di quarant’anni di cinema. Al centro della storia Uppsala, la sua città natale, dove due bambini in modo quasi favoloso e magico dovranno vedersela con un perfido pastore protestante divenuto loro patrigno. Un richiamo questo alla dura e traumatica educazione paterna ricevuta. Oltre a questo film il rapporto burrascoso con il padre e la magia della giovinezza ritornano in un altro precedente capolavoro onirico di questo regista svedese come “Il posto delle fragole”.