Realizzare un tributo al più grande performer del ‘900: Jim Morrison. Questa è stata la sfida, indubbiamente vinta, del collettivo artistico irpino “Il Regno di Amataria“. L’American Poet è stato rivisitato attraverso un videoclip suggestivo, dove spicca l’uso creativo del body printing. Il risultato è un omaggio crudo e viscerale. Riprese e montaggio seducono lo spettatore verso un viaggio alla scoperta di una poesia simbolo, “The Celebration of the Lizard“.
Il Regno di Amataria lavora nel campo delle mostre d’arte, organizza workshop ed eventi, raccoglie commissioni artistiche e realizza opere di denuncia sociale. La sede del collettivo è ad Avellino, presso la Casina del Principe, uno spazio di aggregazione e di offerte culturali interessanti. Metropolitan Magazine si è subito interessato a questo progetto e ha intercettato il collettivo per alcune domande. “Il nostro sogno…” spiegano “è quello di riportare in vita la passione per l’arte, per coloro che la vivono, per coloro che la amano e per coloro che devono ancora scoprirla“.
L’intervista ai ragazzi de “Il Regno di Amataria”
MM: Cosa vi ha più affascinato dello stile di Jim Morrison?
RDA: “Jim Morrison era un’artista, un cantante, un poeta, un performer. Il suo amore per i rettili, le sue movenze, i suoi urli atavici e primordiali, lo sguardo di un uomo che sapeva di essere uno sciamano, quel volto ossuto e quei capelli da gorgone, sono tutti fattori affascinanti. Ma forse più di tutto ci ha colpito l’energia del Re Lucertola, capace di incantare ed ipnotizzare, come il sonaglio di un crotalo. Jim aveva una vitalità che non si è vista più in nessun artista dopo di lui.”
MM: Ci potete spiegare come si sono svolti i primi passi per l’ideazione di questo omaggio/celebrazione?
RDA: “L’idea di fare un tributo a Jim Morrison nasce da Stefano Cucciniello. Durante la quarantena ha cominciato ad ascoltare i Doors e si è innamorato della loro musica. Ha letto “Tempesta Elettrica” e sfogliandola si è imbattuto nella poesia più famosa di Jim: La celebrazione della lucertola. Tramite le riunioni zoom del nostro collettivo abbiamo analizzato la proposta per proporre un tributo in vista della sua morte, il 3 Luglio. Quindi è nata l’idea del body printing di Andrea Matarazzo e Gianluca Avella, attraverso la realizzazione di matrici in gomma e linoleum. L’obiettivo era richiamare la pelle delle lucertole e dei serpenti e usare il corpo di Stefano come supporto su cui stampare. Tale tecnica vuole evocare l’immagine dei rituali antichi di caccia, una pratica in uso sin dal neolitico ed impiegata dagli uomini per imprimere motivi geometrici sul corpo.”
MM: Per quanto riguarda la fase del montaggio, come vi siete organizzati?
RDA: “Giuliano Severitano, il nostro fotografo, regista e montatore, ha aggiunto la modernità al rituale, attraverso un montaggio dinamico che crea una spirale ipnotica, accarezza il corpo e lo trascina voracemente verso il cambiamento. Il sound design, poi, è stato l’altro tassello fondamentale. Gian Marco De Cola si è occupato della registrazione e del montaggio aggiungendo degli sfx di chitarra per rendere l’atmosfera più onirica e sinistra. Ringraziamo l’aiuto fondamentale e il supporto di Elena La Sala, assistente di regia, e ai ragazzi di Avionica, che ancora una volta hanno disposto per noi una delle loro sale presso la casina del principe per realizzare il photoshoot. L’energia di questo progetto era segno che ci stavamo muovendo nella direzione giusta.”
La Celebrazione della Lucertola e la fisionomia del performer
Come un serpente che si libera dalla propria pelle, strisciavamo via da un periodo cupo ed oscuro, verso una calda estate. D’un tratto i rettili non ci sembravano più spaventosi e potevamo sentire il canto dell’arte di uno sciamano morto quasi 50 anni fa e ballare con lui. Cambiare, mutare, restare continuamente in movimento, inseguendo il sole.“
MM: Jim Morrison è stato un grande performer prima ancora di essere un grande poeta. I suoi testi, ancora oggi, hanno un impatto potente che contraddistingue la lirica dell’artista americano. Che cosa lascia in eredità ai giovani di oggi che si avvicinano a lui?
RDA: “La libertà di esprimere sé stessi e i propri sentimenti. Lui come tanti altri esponenti del Rock n’ Roll della fine degli anni 60’ predicava la diffusione della più grande forza di sempre: l’amore. Al giorno d’oggi l’amore non è più puro come un tempo; è diventato un surrogato, diluito e inquinato, calpestato e confuso dalle moltissime distrazioni che ci circondano. Tutti cercano l’amore, ma nessuno sembra pronto ad amare. Jim invitava a liberarsi dalle catene delle convenzioni, a respirare le proprie passioni, a vivere insieme, ad amarci tutti insieme.“
La performance come espressione artistica
MM: Il Regno di Amataria è un collettivo artistico dove il concetto di performance è molto importante. Infatti le vostre sono attività di arte performativa che, in qualche modo, ha lo scopo di avvicinare le persone all’essenza dell’arte stessa. Quanto vi siete sentiti vicini all’esempio artistico di Jim Morrison?
RDA: “Le performance per noi sono una parte fondamentale della nostra attività. Ogni volta che ne realizziamo una ci sentiamo immediatamente più vicini. Ognuno fa la sua parte e ci sproniamo a vicenda, impariamo dall’altro, impariamo a conoscerlo e a capirlo. Le nostre energie convergono tutte nello stesso punto e una volta che il prodotto è finito la soddisfazione è immensa. Con questo tributo, in particolare, volevamo ricreare un’atmosfera onirica. Eravamo perfettamente consci che non potevamo realizzare una traccia audio paragonabile alla versione originale dei Doors, dunque abbiamo optato per una lettura della poesia affiancata da un sound design di tipo ambientale. Il processo di body printing è stata la parte più interessante, poiché è stato tutto realizzato in una singola sessione.“
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