Giunto ormai nel VII cerchio del terzo girone, Dante incontra i peccatori di violenza contro Dio, di certo tra i più gravi. Proseguendo dunque il cammino negli inferi, con la rubrica dantedì, siamo giunti al XIV canto.

Indi venimmo al fine ove si parte 
lo secondo giron dal terzo, e dove 
si vede di giustizia orribil arte.  

Immagine sabbione del canto XIV, Inferno, violenza. Web generico
Immagine sabbione del canto XIV, Inferno. Web generico

La violenza contro Dio

I peccatori dell’VII cerchio sono principalmente i violenti contro Dio, cioè i bestemmiatori. La loro pena è quella di avere l’anima costantemente infuocata dalla pioggia di fuoco, mentre sono distesi sul terreno del sabbione scosceso. Dante li incontra dopo aver superato la selva dei suicidi.

Immagine di Capaneo, web generico violenza
Immagine di Capaneo, web generico

Il poeta, incuriosito da un’anima in particolare, chiede a Virgilio informazioni. Capaneo è steso con indifferenza, quasi ignorando le fiammelle che gli cadono addosso. Risponde direttamente a Dante, affermando di essere tanto più forte di Giove che il Dio non riuscirebbe mai a vendicarsi di lui per tutte le bestemmie. Capaneo è stato uno dei sette re che hanno portato Tebe alla distruzione. Il poeta latino, tremendamente arrabbiato per il disprezzo udito, ma anche stupito per l’alterigia di Capaneo, invita Dante a proseguire.

Dunque i due continuano il cammino, finchè Dante non nota il Flegeonte, un fiume di sangue. Virgilio, sempre pronto a dare spiegazioni al suo seguace, gli spiega l’origine dei fiumi infernali attraverso una delle allegorie più complesse del poema: il vaglio di Creta.

Immagine del Flegeonte, web generico
Immagine del Flegeonte, web generico

Dante, incuriosito dal calore del fiume che riesce a spegnere le fiamme dell’inferno, lo paragona ad una fonte d’acqua sulfurea chiamata Bulicame dove usavano lavarsi le cortigiane. Ma Virgilio gli spiega che tutti i fiumi infernali hanno origine dal monte Ida, a Creta, dove risiederebbe un grande vecchio. L’uomo guarderebbe diritto verso Roma, piangendo e formando così i fiumi dell’Inferno, come l’Acheronte, con le sue lacrime.

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