“Fratello dove sei?“- (O Brother Where art thou?), è una storia diretta dai Fratelli Ethan e Joel Cohen nel 2000. La pellicola mistica e allo stesso tempo tragicomica sembra un rifacimento del mitico racconto sull’epopea de l’Odissea, di Omero.
Nel cast ritroviamo un trio che ha versatilità e carisma da vendere: George Cloney, John Turturro e Tim Blake Nelson. Tutti e tre rispettivamente in ordine, nelle parti dei galeotti: Everett Ulysses McGill, Pete Hogwallop, Delmar O’Donnell. La pellicola dei fratelli Cohen è stata presentata al Festival di Cannes durante la 53esima edizione. Fratello dove sei? ha vinto un Grammy Award, in qualità di album dell’anno nel 2002.
Voi cercate una grande fortuna, voi tre che siete ora in catene, troverete una fortuna anche se non sarà la fortuna che cercate, ma prima, prima dovrete viaggiare, percorrere una strada lunga e accidentata, una strada irta di pericoli. Vedrete cose che al racconto susciteranno meraviglia, voi vedrete, una mucca sul tetto di una casa del cotone e tanti tanti fatti portentosi, non posso dirvi quanto sarà lunga quella la strada ma non temete gli ostacoli lungo il percorso del percorso poichè il fato vi ha accordato una ricompensa. Anche se la strada è tortuosa e il cuore scoraggiato e afflitto, voi seguite il vostro cammino, seguitelo fino alla vostra salvezza!
Il tesoro esiste!
Everett, Dave e Delmar sono riusciti a sfuggire alle grinfie della prigionia che li vuole con la schiena distrutta a zappare la terra insieme agli uomini di colore che intonano le tipiche canzoni sul lavoro del blues americano. Siamo negli anni ’30, il razzismo dilaga e ben presto la corrente elettrica cambierà le sorti sociali, economiche, politiche e culturali del paese, in particolare del Mississipi. I tre fuggitivi progettano di trovare un tesoro che a detta di Everett esiste a dispetto delle parole del vecchio cieco sensitivo.
Un epopea molto carina
Dopo essere sfuggiti alla polizia per i tre galeotti furfanti ha inizio un vero e proprio rito d’iniziazione alle loro vite. Una serie di episodi spiacevoli, molto comici e non sense.
Cloney, Turturro e Nelson ricordano gli sguardi disorientati e buffi della coppia Stanlio e Olio, oppure gli sguardi disorientati di Charlie Chaplin. Sono uomini dalla verve antica, che si sono fatti le ossa sui migliori set di Hollywood e come tali, posseggono capacità attoriali che trascendono la loro professione. Cloney nel film dei fratelli Cohen da un ottima prova di sè e della sua personalità versatile. I suoi sguardi sono esasperate caricature del suo personaggio e ci raccontano i pensieri di un uomo che crede solo a ciò che vede, ingannando se stesso e i suoi compagni di disavventure.
Il personaggio di Everett è ben scritto. E’ molto interessante vedere un uomo appassionato alle arti della cura del suo aspetto fisico, mentre è letteralmente in fuga dai guai della sua vita. Turturro ha uno sguardo del resto che non ha bisogno di dialoghi feroci o dirompenti per comunicare il disagio di un uomo stolto e con una famiglia sgangherata alle spalle. Infine Tim Black Nelson rende ancora più divertente le gag nelle quali i tre protagonisti sono progressivamente coinvolti, ha il pensiero di un puro, di un bambino che sa fantasticare molto.
Tim crede del resto che un uomo possa trasformarsi in rospo e che il battesimo in un fiume gli spalanchi le porte del paradiso. Piacevole l’incontro poi con l’amico uomo di colore che dice di aver venduto l’anima al diavolo per poter suonare con talento. Le gag vestono la storia dei Cohen rendendo l’itera trama un epopea contemporanea per nostalgici e non di generi ben mixati e mitigati tra loro.
Omaggi e citazioni perfette, una favola per adulti
Il color seppia di “Fratello dove sei?” si sposa infatti abbastanza bene con l’ambientazione caratterizzante del Mississipi, i canti nei campi del lavoro, la musica e la propaganda in radio di uomini politici corrotti e conservatori. In questa pellicola i riferimenti sono chiari: c’è l‘indovino Tiresia, il canto di donne che somigliano a sirene, il venditore di Bibbie che ha un occhio solo, proprio come Polifemo (John Goodman nel ruolo del villain), c’è anche la nostra Penelope, la moglie di Everett, interpretata da Holly Hunter.
Interessante persino il personaggio del “nemico Pubblico” della città, che però non riscuote il successo e la fama che fantastica di avere. Si tratta del criminale George Baby Face Nelson. In Fratello dove sei? i racconti di miti e leggende si intersecano letteralmente alla religione, all’esoterismo e al cinema stesso. La pellicola intrattiene e crea una suspense piacevole, ha una parabola che viene sciolta sul finire del film, ma non riveliamo i dettagli.
I tre personaggi ricordano per certi versi, anche se alla lontana, coppie iconiche anche del cinema italiano come quella di Alberto Sordi e Vittorio Gassman in “La Grande Guerra“, (Mario Monicelli, 1959). “Fratello dove sei?” resta un film comico, biblico, mistico, narrativamente perfetto, da vedere e consigliare!
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Silvia Pompi