Il Comitato tecnico scientifico propose la “zona rossa” per Nembro e Alzano Lombardo. Il governo decise di no: lo aveva anticipato il Corriere ad aprile, ora l’ha confermato un documento pubblicato dall’Eco di Bergamo.
Per i comuni bergamaschi di Alzano Lombardo e Nembro il Comitato Tecnico Scientifico ha consigliato in piena emergenza Coronavirus di istituire una zona rossa così come era stato fatto qualche giorno prima per i comuni del Lodigiano. È quanto emerge dal verbale redatto lo scorso 3 marzo pochi giorni dopo la decisione di chiudere la zona dei comuni intorno a Codogno, il verbale che mancava tra le oltre 200 pagine di documenti desecretate giovedì 6 agosto. Secondo quanto si legge nello stralcio del verbale diffuso da L’Eco di Bergamo il Comitato Tecnico Scientifico avvalendosi dei dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità che mostrano come i numeri dei contagi sono “in aumento nella regione (Lombardia n.d.r.) e, in particolare, nei due comuni sopra citati (Alzano Lombardo e Nembro n.d.r.)”.
Alla fine la raccomandazione non fu ascoltata, e diversi giorni dopo fu deciso il lockdown per l’intera Lombardia: la scelta di non imporre la zona rossa in val Seriana è considerata oggi uno degli errori più gravi nella gestione dell’epidemia, che contribuì a creare uno dei focolai dell’epidemia peggiori del mondo.
La zona rossa era già stata imposta a partire dalla mattina del 23 febbraio in altri comuni lombardi, tra cui Codogno, e a Vo’, in Veneto: una delle ipotesi di cui si parlava in quei giorni era di estenderla anche in val Seriana, considerato il cuore produttivo della provincia di Bergamo, dove il rischio di diffusione del virus sembrava poter essere più grave che altrove.
Nonostante la proposta del Comitato tecnico scientifico, e nonostante il fatto che la stessa raccomandazione fosse arrivata in quei giorni anche dall’Istituto Superiore di Sanità, il governo decise di non adottare alcuna particolare misura per Nembro e Alzano Lombardo, due comuni che sarebbero diventati il peggior focolaio in Italia, almeno nelle prime settimane di epidemia.
Della raccomandazione del Comitato tecnico scientifico si sapeva da tempo – lo aveva rivelato un articolo del Corriere della Sera lo scorso aprile e lo avevano fatto capire in diverse occasioni la Protezione Civile e altri membri dello stesso Comitato – ma oggi l’Eco di Bergamo ha pubblicato uno stralcio del verbale (PDF) della riunione in cui venne proposta la zona rossa. Il verbale non fa parte dei documenti diffusi giovedì dalla Fondazione Luigi Einaudi dopo prolungate pressioni esercitate sul governo. Era invece incluso nel materiale fornito dalla Regione Lombardia a Niccolò Carretta, consigliere di Azione e autore di numerose richieste di accesso agli atti sulla gestione dell’emergenza, ha spiegato il giornalista dell’Eco Isaia Invernizzi.