Era il 1966. Christine Lereoux, editrice musicale, procurò all’allora esordiente cantautore Lucio Battisti un appuntamento con Giulio Rapetti, in arte Mogol.
Fu così che, dopo un casuale incontro in occasione di un provino, iniziò per Battisti una lunga e solida collaborazione col paroliere italiano.
Un sodalizio, quello tra Battisti e Mogol, che diede alla luce capolavori inestimabili della musica italiana.

Mogol prese quel giovane ragazzo talentuoso e vi tirò fuori il meglio.
I successi che ha fruttato il duo Mogol/Battisti sembrano tutt’oggi reggere qualunque confronto.
L’orecchio abile di Lucio unito alla magica poesia di Mogol si è rivelata sin dall’inizio una combinazione perfetta. Una combinazione che in quindici anni ha regalato vere e proprie perle discografiche, modificando per sempre la musica leggera italiana.

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I primi successi di Mogol/Battisti

Il grande successo arrivò dopo il Festival di Sanremo 1969. Battisti e Mogol portarono il brano Un’Avventura, che si classificò al nono posto. La popolarità e le critiche aumentarono a dismisura dopo la partecipazione al Festival. Lucio Battisti veniva duramente criticato per la sua voce, considerata inadatta ai tempi del bel canto italiano. Mogol però credeva in quel giovane ragazzo dalla folta capigliatura e dal grande talento, tanto che di lì a poco uscì il primo disco: Lucio Battisti.

Il disco contiene alcuni dei brani più celebri della coppia: Un’avventura, Non è Francesca, Acqua azzurra acqua chiara, Dieci ragazze, Balla Linda, Io vivrò (senza te), etc.
Canzoni che sono entrate nel cuore degli italiani e hanno portato Battisti in vetta alle classifiche. Nel 1969 Lucio Battisti fu il terzo album più venduto in Italia.
Quell’anno Battisti e Mogol decisero inoltre di fondare una casa discografica, la Numero Uno.

Lucio Battisti e l’allontanamento dai mass media

Gli anni a seguire furono ricchi di successi. Mi ritorni in mente, La canzone del sole, Anche per te, E penso a te. È insolito che interi album restino nella memoria collettiva degli ascoltatori di vecchie e nuove generazioni. La sorte ha scelto un percorso diverso per Battisti e Mogol. Ci sono interi album che vengono cantanti ancora oggi, in cui ogni canzone sembra avere un valore musicale incredibile.

Il successo raggiunto in quegli anni è stato tale da portare Lucio Battisti, uomo schivo e riservato, a prendere una decisione netta: allontanarsi dai media. Battisti aveva sempre dichiarato, infatti, di voler essere apprezzato solo ed esclusivamente per la sua arte. Ciò non ha modificato le carte in tavola; Mogol e Battisti hanno continuato a produrre album e brani di grande successo.

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Mogol e Battisti: la fine di un’era

Gli anni ’70 furono quelli di canzoni come Fiori rosa fiori di pesco, Il tempo di morire, Anna, Emozioni.
Anni di canzoni che hanno fatto sognare tutti e continuano a farlo. Come tutte le favole, però, anche quella del sodalizio fruttuoso e fortunato di Mogol/Battisti ebbe il suo finale. Lucio arrivò a un momento della sua vita in cui necessitava di cambiare aria e modo di fare musica. E così fece, iniziando una collaborazione con Pasquale Panella.

Gli anni della collaborazione con Mogol, tuttavia, furono anni in cui la musica italiana conobbe un rinnovamento che l’avrebbe cambiata per sempre. Battisti e Mogol hanno portato una ventata d’aria fresca nel panorama italiano. Hanno esplorato tutti gli angoli della musica, da quella latina a quella rock, dal folk al blues. Le storie scritte da Mogol hanno trovato terreno fertile tra le note strimpellate dalla chitarra di Lucio, lasciando un’impronta indelebile nella storia della musica.

Nicole Ceccucci

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