Metropolitan Magazine ha intervistato Olga Tsvetkova, una giornalista bielorussa di Minsk esperta di media e società, grazie alla quale abbiamo avuto precisazioni su temi fondamentali che riguardano la situazione attuale in Bielorussia, compresa la gestione delle informazioni sul Covid-19.
Lukashenko e la polizia in Bielorussia
Martedì 18 Agosto, Lukashenko ha onorato i poliziotti che lo hanno aiutato a violentare il popolo bielorusso, ma ci sono stati anche casi di poliziotti che si sono schierati dalla parte del popolo. Pensa che questo comportamento degli agenti di polizia si diffonderà sempre più o Lukashenko ha ancora una grande influenza sulla polizia?
“L’opinione degli esperti locali riguardo all’onorare gli agenti di polizia è divisa. Alcuni dicono che questo è stato un modo per dimostrare che Lukashenko si affiderà sempre più al potere e alle forze dell’ordine in futuro, e questo potrebbe essere considerato un segnale sia per la società civile che per l’opposizione. Altri esperti dicono che pubblicare l’elenco completo con i cognomi è un modo per Lukashenko di dire “ci siamo dentro insieme, ora non si può scappare” ed è piuttosto una nota per i poliziotti, molti dei quali cominciano a sentirsi in dubbio o stanno già ressegnando le loro dimissioni.
Lukashenko ha già fatto una cosa simile il 4 agosto durante il suo discorso ai funzionari e al popolo; lì ha menzionato il suo capo del dipartimento degli affari presidenziali, Viktor Sheiman, che negli anni ’90 “insieme a un paio di altri e alle armi stavano distruggendo i bastardi” (cioè i criminali). Dopo quel messaggio, ci sono state anche speculazioni sul fatto che si trattasse di un gesto di fiducia o di addomesticamento.”
Chi sono gli OMON, le unità che insieme alla polizia hanno portato avanti la violenta repressione in questi giorni di protesta? È vero che hanno sistematicamente picchiato e arrestato tutte le persone, anche i passanti?
“L’ OMON è un “Distaccamento delle milizie per scopi speciali”, si tratta di una sorta di polizia antisommossa o di polizia paramilitare utilizzata in operazioni speciali. Quindi non è “insieme alla polizia”, ma fa proprio parte della polizia. Infatti, durante i fatti del 9-11 Agosto hanno picchiato e arrestato molti passanti: persone che sono uscite alla fermata dell’autobus, che sono andate a fare shopping, che tornavano a casa e non hanno preso parte alla protesta. Non è vero però che gli uomini dell’ OMON lo fanno in modo sistematico e quotidiano in altri momenti.”
Gli arresti e le torture
Ci sono stati più di 7000 arresti da parte della polizia nel giro di poche notti. Dove hanno portato i prigionieri quando le carceri erano piene?
“Non sono stati portati nelle carceri, in quanto queste sono luoghi dove le persone passano molto tempo dopo il processo. La maggior parte dei detenuti sono stati portati prima negli uffici della polizia distrettuale e poi nei centri di detenzione pre-processo sia a Minsk, nella zona di Okrestina Street, il centro di detenzione più famoso (ma non l’unico) per le torture dei detenuti durante le proteste post-elettorali, sia in altre città (ad esempio Zhodino e Slutsk per i detenuti di Minsk; centri di detenzione regionali per i detenuti di altre città). Molti dei detenuti ricordano che in una cella per 4 persone c’erano da 30 a 50 persone, molti hanno dovuto passare una notte sdraiati per terra all’esterno, nell’area sicura degli uffici della polizia, prima di essere redistribuiti ulteriormente.”
Sappiamo anche dalle denunce dei manifestanti rilasciati nei giorni scorsi che c’è stato un sovraffollamento nelle celle. In che condizioni si sono trovati i detenuti?
“Poiché non sono stata detenuta io stessa, posso solo fare riferimento a quello che altri media hanno pubblicato. Potete trovare notizie rilevanti a tal proposito sul portale indipendente Tut.By.”
(Anche Metropolitan Magazine ha dedicato un articolo alle torture in cella dopo il rilascio dei primi manifestanti il 13 Agosto, che potete leggere qui).
La gestione del Covid-19
Parliamo di Covid-19. Il malcontento per Lukashenko è esploso come non mai proprio a causa della cattiva gestione della pandemia in Bielorussia. Cosa è successo che ha fatto arrabbiare così tanto la gente?
“La negazione della pandemia, la negazione della sua gravità, il disinteresse per le persone decedute a causa della pandemia, e i medici sono tutti parte di quel puzzle. Oggi la retorica del presidente è cambiata, ma durante il picco della pandemia e nei primi mesi c’è stata una totale mancanza di rispetto nei confronti di coloro che avevano contratto il Covid qui in Bielorussia e di coloro che erano morti. Non potevano contare sulle statistiche, hanno visto ospedali pieni di pazienti Covid eppure nessuna notizia in merito passava sui canali statali.
Hanno visto che c’erano volontari che si sono coordinati spontaneamente tramite la campagna BYCovid-19, ma quasi nessuno sforzo da parte del governo. Per molti di quelli che credevano che a prendersi cura di loro sarebbe stato realmente lo Stato (e questo è stato uno dei pilastri forti della retorica del presidente per molti anni) è stata una dura disillusione. Molti di coloro che si sono fidati dei media statali e delle statistiche hanno visto con i loro occhi che la situazione è diversa. Tutto ciò ha contribuito a far arrabbiare la gente con l’attuale stato delle cose.”
Le stime ufficiali delle nuove infezioni e dei decessi in Bielorussia sono attendibili? Qual è la situazione attuale e cosa dicono gli ospedali riguardo al contagio?
“Oggi l’agenda della Bielorussia sul Covid-19 è completamente oscurata da quanto sta accadendo sulla scena politica, quindi l’opzione ideale sarebbe quella di seguire gli ultimi comunicati stampa del nostro Ministero della Salute (l’ultimo aggiornamento è qui). Nonostante questo, ritengo che difficilmente ci si possa fidare delle statistiche bielorusse e dei dati sul Covid-19. Le stime che sono state fornite dai volontari e dai medici in loco sono state significativamente diverse durante il periodo del picco dei contagi.”
Francesca Staropoli