Alexej Navalnyj, leader dell’opposizione russa, era stato ricoverato lo scorso 20 agosto a seguito di un malore mentre era in volo. Arriva dai medici la conferma: ci sono tracce di avvelenamento. La sostanza utilizzata è una neurotossina che inibisce l’attività enzimatica della colinesterasi.
Le condizioni dell’oppositore russo
Alexej Navalnyj si trova ora presso l’ospedale Charitè di Berlino. Il veleno, secondo i medici, potrebbe avere effetti a lungo termine, riportando danni in particolar modo al sistema nervoso. Fortunatamente ora le condizione del leader russo sono stabili e non è in pericolo di vita. A confermare ufficialmente l’avvelenamento come causa del malore di Navalnyj è un comunicato dell’ospedale tedesco Charitè. A riportarlo è il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, su Twitter.
Aggiunge inoltre Gentiloni in un secondo tweet: “L’Europa intera condivide la richiesta tedesca di chiarimenti sul caso”.
La sostanza che ha quasi ucciso Alexej Navalnyj
La sostanza utilizzata per avvelenare Navalnyj è un inibitore della colinesterasi. Si tratta di una potente neurotossina, ancora non specificamente identificata. In attesa di un nuovo set di analisi della sostanza, l’oppositore russo è sottoposto ad un trattamento di antropina, un antidoto generale. Le anticolinesterasi possono trovarsi in molte forme in natura, per esempio possono essere prelevate dal veleno di alcuni serpenti. Non è la prima volta che questa tipologia di sostanza, data la sua efficacia, viene utilizzata per tentare un avvelenamento.