I mezzi pubblici di Roma rischiano di essere troppo pieni in vista del nuovo anno scolastico. Sarà dunque impossibile rispettare il distanziamento. Chiesto un intervento alla sindaca Raggi
Roma, c’è il rischio mezzi pubblici troppo pieni
Manca ormai meno di un mese al nuovo anno scolastico. Di conseguenza decine di studenti utilizzeranno i trasporti pubblici per recarsi a scuola. A quel punto sarà praticamente impossibile rispettare le distanze di sicurezza. Sono 330 mila gli iscritti alle scuole romane. A questi si aggiungono quelli universitari (circa 170 mila).
L’Agenzia per la mobilità ha effettuato uno studio che analizza l’impatto del Coronavirus sui trasporti. “Nelle ultime settimane abbiamo registrato 300.000 validazioni al giorno sulle tre linee metropolitane” – si legge nel documento – “Circa 5000 passeggeri hanno utilizzato la tratta Anagnina-Battistini nelle ore di punta. Presenti su ogni treno circa 300 viaggiatori“. Tutto questo però è avvenuto in un periodo in cui le scuole erano chiuse. Per questo sono state fatte previsioni in vista del nuovo anno scolastico. Sulla linea A saranno previsti almeno 500 passeggeri. Un numero alto che si avvicina di troppo a quello consentito dalle disposizioni in materia anti Covid.
Non sarà facile coordinare la questione. Difficile gestire i flussi all’interno delle stazioni. I treni rischiano di essere molto affollati. “Con l’inizio delle scuole, oltre il 25% delle fermate dei bus sarà a rischio assembramento” – dichiarano Silvana Meli e Guglielmo Calcerano portavoce dei Verdi – “Anche i convogli delle linee metro A, B e C rischieranno di essere pieni”.
Richiesto un intervento alla sindaca Virginia Raggi
L’Agenzia per la Mobilità ha chiesto di convocare un tavolo di lavoro con il Comune per mettere in atto le azioni necessarie per prevenire i rischi. “Occorre arginare l’emergenza regolamentando gli orari di uffici pubblici, scuola, commercio e servizi. La Sindaca Raggi dovrebbe chiedere la convocazione di un tavolo tecnico con tutti i ministri competenti. Bisogna concordare le aperture in orari differenziati“, chiedono i Verdi.
Andrea Caucci Molara
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