La fortunata saga cinematografica degli X-Men ha avuto non pochi personaggi mal rappresentati sullo schermo.

Il 2000 ha dato inizio al nuovo millennio, e come forse per simboleggiarne il cambiamento, ha fatto il suo esordio il primo cinefumetto dell’era moderna. X-Men cambiò il mondo del cinema, che comprese le potenzialità dei supereroi. Gli seguirono Spider-Man e una vera pletora di film sul tema. La saga degli X-Men invece proseguì con numerosi film, alcuni ben riusciti, altri meno. Oggi, però, in onore dei 67 anni degli X-Men (che esordirono sull’omonima testata nel settembre 1963), presentiamo il primo di tre articoli dedicati ai Figli dell’Atomo. In questo, ci occuperemo dei personaggi peggio rappresentati su schermo.

Precisazioni

Questo articolo abbraccia tutta la serie cinematografica degli X-Men, eccezion fatta per New Mutants, dato che chi vi scrive non lo ha guardato. Verranno presi in considerazione anche i film su Wolverine e Deadpool.
Anche se alcuni personaggi come Wolverine, Sebastian Shaw o Toad non sono stati rappresentati in maniera perfettamente aderente all’originale, sono stati gestiti bene nell’universo cinematografico, e per tanto vengono esclusi da questo articolo. Anche personaggi come Stryker sono esclusi, poiché la loro totale reimmaginazione funziona all’interno del film in cui appaiono. Altri, invece, hanno ruoli troppo piccoli per essere davvero presi in considerazione. Meritevole di una menzione d’onore (anzi, di disonore), comunque, è senza dubbio Alfiere: uno degli X-Men più importanti degli anni ’90, gestito come un cameo in Giorni di un futuro passato.

Emma Frost

X-Men Personaggi
January Jones nel ruolo di Emma Frost in X-Men: L’inizio – Photo credits: web

La Regina Bianca, nei fumetti Marvel, è un personaggio alquanto complesso. Nata da una ricca famiglia di Boston, è cresciuta subendo le angherie delle sorelle. Il fratello, unico membro della famiglia che le era vicino, venne internato dal padre perché omosessuale. Divenuta adulta, ha ottenuto una laurea in psicologia. Sfruttando la sua telepatia, si è unita al Club Infernale e, in seguito, è diventata un membro degli X-Men. Durante il genocidio dell’isola di Genosha, in cui morirono 16 milioni di mutanti, sviluppò la capacità di trasformare la sua pelle in diamante. In seguito, pur essendone la psicoterapeuta, sedusse Ciclope, all’epoca sposato con Jean Grey, e ne divenne la compagna. Caratteristiche fondamentali del personaggio sono il suo abbigliamento (completini osé, spesso di ispirazione sadomaso), il carattere gelido e calcolatore e una visione molto labile di bene e male.

Emma Frost è apparsa persino due volte sullo schermo cinematografico. La prima volta in Wolverine – Le Origini, nel 2009, in cui viene presentata come la sorella dell’interesse amoroso del protagonista, Kayla Silverfox. Benché venga chiamata solo per nome, il suo aspetto fisico, vestiario e poteri rimandano chiaramente ad Emma Frost.
Una versione più fedele, ma solo in parte, appare, interpretata da January Jones in X-Men – L’Inizio. Qui, pur mantenendo l’aura da femme fatale e gli stessi poteri, risulta nulla più che un ostacolo di poco conto per i protagonisti ed un interesse amoroso mai concretizzatosi per il cattivo di turno, Sebastian Shaw. In Giorni di un futuro passato si scopre che è stata uccisa dal governo americano.
Entrambe le interpretazioni non hanno reso giustizia ad Emma Frost, gestita con superficialità nonostante il ruolo fondamentale assunto negli ultimi 20 anni nelle storie dei Figli dell’Atomo.

Havok

X-Men
Lucas Till nel ruolo di Havok in X-Men: L’Inizio – Photo Credits: web

Alex Summers è il fratello di Scott Summers, meglio noto come Ciclope. Si unì agli X-Men molto tempo dopo il fratello, anche a causa dell’iniziale incapacità di controllare i suoi poteri. In grado infatti di incanalare energia cosmica e redistribuirla nella forma di fasci di plasma, ha necessitato prima di una tuta speciale e poi di un addestramento per essere in grado di controllarsi. Negli anni, è stato a più riprese leader di vari gruppi, tra cui gli X-Men e la Squadra Unione degli Avengers. Ha anche guidato i Sei, un gruppo di mutanti provenienti dall’universo alternativo di Mutant X. Degna di nota anche la sua lunga relazione con Lorna Dane, il cui nome di battaglia è Polaris.

Nonostante le evidenti capacità di leadership e carisma, Havok è stato portato non al meglio al cinema da Lucas Till. Il suo personaggio fa poche apparizioni nella trilogia “prequel” dei film sugli X-Men. Soltanto in X-Men: Apocalypse gli viene però data la possibilità di farsi finalmente notare, per avere poi poche scene di lotta e una indecorosa morte. Per altro, in questa versione è lui ad essere il fratello maggiore di Ciclope. Viene da chiedersi se non era possibile fare di più con un personaggio simile.

Apocalisse

X-Men
Jason Isaacs nel ruolo di Apocalisse in X-Men: Apocalypse – Photo credits: web

En Sabah Nur, storicamente il primo mutante, nacque nell’Antico Egitto. Abbandonato dalla sua famiglia per il suo aspetto deforme, venne cresciuto e battezzato da un uomo di nome Baal. In seguito, entrò in contatto con un’astronave dei Celestiali, un gruppo di esseri potentissimi che esistono dall’origine dell’universo, che usò per potenziarsi ulteriormente. Immortale, gigantesco e in grado di controllare a piacimento le molecole del suo corpo, si rinominò Apocalisse e girò il mondo, venendo visto come una divinità e generando miti sul suo conto. Nel 1859 conobbe inoltre Nathaniel Essex, poi noto come Sinistro, genetista con cui cominciò una disfunzionale collaborazione. In tempi moderni, è divenuto un giurato nemico degli X-Men, arrivando in più occasioni vicino allo sterminarli. In seguito alla sua morte, il suo clone Evan Sabanur ha preso il suo posto, rivelandosi però una figura più ambigua.

Nel film omonimo, X-Men: Apocalypse, En Sabah Nur è interpretato da Jason Isaacs. In questa versione, è un mutante che ottieni i poteri dei nemici che uccide. Dopo essere stato sepolto per secoli, si è risvegliato in tempi moderni e ha combattuto gli X-Men, riunendo i Quattro Cavalieri dell’Apocalisse.
Deriso sin dall’esordio del materiale promozionale, questo Apocalisse fallisce su più aspetti. Oltre a non essere differente da un cattivo generico desideroso di conquistare il mondo, l’overacting di Isaacs rende involontariamente comici molti momenti a lui dedicati. I suoi poteri sono dipinti in maniera spesso incoerente, allo scopo unicamente di far proseguire la trama, e non viene spiegata la natura chiaramente ipertecnologica della sua armatura.

Ciclope

James Marsden nel ruolo di Ciclope in X-Men: Conflitto finale – Photo credits: web

Scott “Slim” Summers è stato il primo leader sul campo degli X-Men. In possesso della capacità di sparare raggi ottici dagli occhi, ma non in grado di controllarli, Ciclope vive il suo ruolo con estrema serietà. Questo, unito alla sua rigidità morale e all’amore per Jean Grey, lo hanno spesso messo in contrasto con Wolverine. Dopo la morte di quest’ultima, ha iniziato una relazione con Emma Frost. In tempi recenti, Ciclope ha perso la fede negli insegnamenti del Professor Xavier e ha cominciato ad assumere comportamenti più vicini a quelli di Magneto. Questo ha portato allo scisma degli X-Men, divisi nella fazione di Ciclope e in quella di Wolverine, rimasta vicina a Xavier.
Oltre al suo potere, Ciclope è in possesso di ottime qualità da leader e di combattimento corpo a corpo, ed è inoltre in grado di memorizzare i movimenti e lo stile di lotta di un avversario.

Benché Ciclope sia un personaggio importante sia nei primi tre film sugli X-Men che negli ultimi due (Apocalypse e Dark Phoenix), la versione interpretata da James Marsden è ben lungi dal potersi considerare riuscita. Rappresentato come un individuo fin troppo rigido, saccente e insopportabile, è spesso usato come antagonista personale per Wolverine nel suo sedurre Jean Grey. Altri chiodi nella bara sono poi lo scarso screen-time in X-Men 2 e Conflitto Finale, il mostrarlo come fan degli N*Sync (particolarmente impopolari all’epoca) e la sua subitanea morte nel già citato Conflitto Finale.

Sabretooth

X-Men
Liev Schreiber nel ruolo di Sabretooth in Wolverine – Le origini – Photo credits: web

Sabretooth esordì in maniera piuttosto anonima nel 1977 come nemico di Iron Fist e poi dell’Uomo Ragno. Piacque però a Chris Claremont, all’epoca scrittore degli X-Men, che lo ripropose come nemico giurato di Wolverine. In possesso di unghie taglienti e indistruttibili, fattore di rigenerazione rapida e super forza, Sabretooth è pericoloso e mentalmente instabile, più animale che uomo. Per un certo periodo ha provato anche a far parte degli X-Men per guarire dalla sua follia, ma si scoprì che ciò era assolutamente impossibile. La sua rivalità con Wolverine giunse al culmine nel 2007, quando quest’ultimo lo decapitò con la spada Muramasa, che blocca gli effetti della rigenerazione. In seguito, Sabretooth venne clonato da Sinistro. Durante la saga AXIS, un incantesimo di Scarlet e del Dr. Strange invertì il suo asse morale, rendendolo finalmente sano di mente. Negli anni seguenti, però, l’effetto dell’incantesimo ha iniziato a venire meno.

A interpretare Sabretooth, nel primo X-Men, è stato il pro-wrestler e attore Tyler Mane. Qui è nulla più che un membro della Confraternita dei Mutanti di Magneto e combatte Wolverine (che pare conoscerlo) a più riprese. Ha un ruolo molto più ampio in Wolverine – Le Origini, in cui, interpretato da Liev Schreiber, è il fratello dell’artigliato canadese, con il quale ha vissuto molti decenni, prima che si separassero per disaccordi dovuti alla violenza di Sabretooth. In seguito, i due si riuniscono per combattere una versione fortemente discutibile di Deadpool, per poi separarsi ancora. Questa versione è stata molto criticata, come del resto l’intero film, per la sua incoerenza: passa dall’essere desideroso di uccidere Wolverine al volerlo aiutare nell’arco di poche scene.
In entrambi i casi, Sabretooth è lontano dall’essere un buon personaggio: nel primo è solo un ostacolo, nel secondo il suo comportamento è totalmente incomprensibile.

Kitty Pryde

X-Men
Kitty Pryde interpretata da Ellen Page in X-Men: Conflitto Finale – Photo credits: web

Nata e cresciuta in Illinois, Kitty scoprì in giovane età di diventare intangibile, potendo così passare attraverso le superfici solide. Si unì così agli X-Men, dove divenne la compagna storica di Colosso ed usò vari nomi in codice, quali Ariel, Sprite e Shadowcat. Nel corso degli anni, Kitty è cresciuta, passando dall’essere una ragazzina ingenua, vista dal team come una sorta di “sorella minore”, ad una adulta responsabile. Ha anche guidato alcuni gruppi di X-Men più giovani, guadagnandosi l’ulteriore appellativo di Professoressa K. Per breve tempo ha fatto parte dei Guardiani della Galassia, periodo nel quale è stata coinvolta in una relazione amorosa con Star Lord. Tuttavia, è poi tornata sulla Terra, riprendendo il suo ruolo di X-Men.
Oltre alla suddetta capacità di diventare intangibile, Kitty può camminare sulle molecole d’aria (imitando una sorta di levitazione), causare malfunzionamenti in ogni macchina attraverso cui passa ed è un genio in fatto di computer e tecnologie.

Kitty è apparsa, interpretata da tre attrici diverse, nella trilogia originale degli X-Men. Solo però in Conflitto Finale, in cui è interpretata da Ellen Page, si fa finalmente notare. Almeno, per modo di dire, giacché il suo personaggio è praticamente inutile ai fini della trama. Si rivela più importante in Giorni di un futuro passato, in cui per merito della capacità di mandare indietro nel tempo le coscienze (inventata per il film) tenta di salvare il mondo dall’apocalisse causata dalle Sentinelle. Al di fuori di ciò, però, Kitty non ha alcuna caratterizzazione né crescita, usata per lo più come uno strumento per far proseguire la trama. Un peccato per uno dei personaggi, di fatto, più rappresentativi del concetto stesso espresso dagli X-Men.

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