Saudade, termine dal lemma originariamente latino successivamente derivante dalla cultura portoghese. Nel nuovo appuntamento della rubrica Parole dal Mondo, il significato di una parola che racchiude, semanticamente, la sensazione di mancanza.
Saudade, l’anelito malinconico della nostalgia
Termine derivante dalla cultura lusitana, una popolazione indoeuropea abitante la penisola iberica corrispondente all’odierno Portogallo; tuttavia, la sua origine etimologica proviene dal latino solitùdo, solitudinis, – letteralmente solitudine – e salutare, salutatione, saluto. Semanticamente la concezione che si attribuisce al termine si riflette in accezioni simili alla nostalgia. Un affetto del passato, la malinconia verso qualcosa che non è più presente condita dalla brama di rivivere quei momenti, inducono alla Saudade. In lingua portoghese è usata, sopratutto, per indicare sensazioni quali struggimento o tristezza di un ricordo felice. Lo scrittore Antonio Tabucchi spiega come la Saudade possa essere comparata sì, allo struggimento di un ricordo remoto, ma anche ad una speranza futura; Tabucchi propone, come sua traduzione, la parola disìo terminologia dantesca comparsa nell’Ottavo Canto del Purgatorio:
”Era già l’ora che volge il disìo
ai navicanti e ‘ntenerisce il core
lo dì c’han detto ai dolci amici addio”.
Accezioni alternative e sensazioni ambivalenti
Essendo il portoghese una lingua romanza, ovvero derivante dal latino, possiede numerose affinità con l’italiano, lo spagnolo e le ulteriori lingue neolatine. Per di più la lingua portoghese è anche l’idioma maggiormente diffuso per via delle copiose colonizzazioni avvenute in America del Sud e in Africa. A tal proposito risulta interessante l’analisi che il termine acquisisce nella variante brasiliana del portoghese. Non è una parola utilizzata solo per contrassegnare una mancanza, ma si riferisce anche, in questo caso, a una melodia cantata dai marinai nel loro peregrinare in alto mare: analogia probabilmente legata alla sfera della malinconia, della solitudine, e all’auspicio di approdare e rivedere i propri cari.
Un altro significato si annovera in botanica: pare, infatti, che rifletta il nome di una pianta ornamentale diffusa in Europa, Asia e Africa. Seppur tale pianta non sia identificata con certezza, Antonio Tabucchi afferma che le sensazioni esplicitate dalla Saudade si identificherebbero perfettamente con la rosa. Si può quindi affermare che la Saudade possa identificarsi anche come un profondo stato emotivo: una presenza dirompente che scuote il silenzio di un’assenza. Un dolore che non è rabbia ma una sofferenza tacita che, tuttavia, racchiude in sé un profondo affetto. Forse, una sensazione ambivalente: un’asse in cui si incontrano, in sospensione, da un lato l’allegria dolce del ricordo; dall’altro la tristezza dell’assenza che quella memoria particolare genera, insieme alla caratteristica gioia-malinconica.
Stella Grillo