Nel 1977 esce nelle sale Suspiria, film sulle streghe di Dario Argento. La pellicola è un’opera fondamentale per la carriera del regista romano, poiché segna il passaggio dal cosiddetto “giallo all’italiana” all’horror. I colori e i suoni sono i protagonisti indiscussi di questa pellicola che, secondo Morando Morandini, picchia sull’orecchio quanto sul nervo ottico.

Suspiria è uno di quei lungometraggi di cui si dice “la musica fa la metà del film”, non al fine di svalutare il lavoro di Argento ma per elevarlo a capolavoro: riuscire a dare un ruolo così importante al sonoro è un merito che si riconosce a ben pochi registi. È vero, l’intera colonna sonora è stata composta dai Goblin di Claudio Simonetti, ma Argento, oltre ad aver assistito direttamente alla scrittura delle varie tracce dando le giuste indicazioni, è riuscito a centrare il punto di contatto tra il piano visivo e il piano uditivo. Suspiria è un film che tocca nel profondo: la musica, in relazione alle immagini oniriche della pellicola, non può che segnare lo spettatore in modo indelebile.

Il ruolo della musica nel film di Argento

Dopo il grande successo ottenuto con Profondo Rosso, il maestro del brivido scelse saggiamente di collaborare ancora una volta con i Goblin, che ormai avevano esperienza nel lavorare con Argento. La colonna sonora non solo dà forza visiva alla splendida fotografia della pellicola, rispecchiando alla perfezione le ambientazioni tetre e oniriche, ma ha un ruolo attivo: conferisce un alone magico attorno alle figure delle streghe. Come un incantesimo, la musica trasmette allo spettatore un influsso demoniaco, catapultandolo in una dimensione maligna dalla quale non si può fuggire.

La magia è «quoddam ubique, quoddam semper, quoddam ab omnibus creditum est». Che significa: «la magia è quella cosa che ovunque, sempre e da tutti è creduta»

Suspiria, un brano che fa paura

Un riff di sintetizzatore apre Suspiria, la traccia principale del film. Irrompe poi la voce inquietante di Claudio Simonetti, che, come in una “ninnananna demoniaca”, ripete ossessivamente una cantilena, seguita da parole incomprensibili. Le percussioni ridondanti conferiscono un ritmo incalzante alla traccia, che assume una connotazione “rituale” e macabra.

Nel film seguiamo la storia di Susy Bennet, ragazza americana che decide di iscriversi ad una scuola di danza a Friburgo. Suspiria accompagna la protagonista in un viaggio negli inferi, rimarcando, scena dopo scena, la perversione e la pericolosità del mondo in cui si sta addentrando.

Matteo Tarragoni

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