Frank Zappa (21 dicembre 1940- 4 dicembre 1993) fu uno dei compositori più eclettici del ‘900. La sua influenza esercitata in ambito musicale fu immensa; il suo lascito culturale enorme. La sua musica viene oggi suonata nei maggiori festival internazionali e nei programmi dei concerti di musica contemporanea e ha inoltre ispirato artisti come Elio e le Storie Tese, Caparezza, i Dream Theater, i Ramones e Stefano Bollani.
Frank Zappa è stato un chitarrista di immenso talento, che ha saputo infondere alla musica la sua istrionica personalità: la peculiarità delle sue composizioni è quella di non poter essere relegata ed etichettata in un determinato genere. Dal rock’n’roll al jazz, dal blues alla musica classica contemporanea, dal fusion all’avanguardia e ancora al progressive: Frank scrisse e si occupò davvero di tutto, producendo oltre cento album.
Una mente libera
Nonostante le canzoni sfuggano inesorabilmente a qualsiasi tipo di catalogazione, il marchio totalmente riconoscibile della sua persona e del suo talento non manca mai. Ed è questo che lo ha reso unico. Frank Zappa fu un uomo libero da ogni convenzione, da ogni costrizione sociale. Una mente libera e indipendente, pronto ad accusare a pieni polmoni le ipocrisie, il falso moralismo, il “dio- denaro” capitalistico. Il suo essere sempre una voce fuori dal coro del conformismo si riscontra non solo nella sua musica straordinaria, ma anche nel suo essere sempre coerente a quella che era la sua ideologia. Senza paura rifiutava posizioni comode; deprecava, infervorato, quell’America che conduceva intanto la guerra in Vietnam, tanto che negli ultimi periodi della sua vita scelse addirittura di candidarsi alla presidenza degli Stati Uniti contro George Bush.
La sua personalità e la sua mente libera lo portano a non curarsi minimamente dei bollettini di vendita dei dischi, poiché poco si interessava di ciò che concerneva tutto quello che era il contorno della sua carriera musicale. La sua attività compositiva è invero un torrente in piena; instancabile, senza fine è la sua creatività. Incurante del pensiero dei critici e del pubblico, sebbene siano in pochi a criticarlo, Frank ignora anche le case discografiche che lo vorrebbero più “regolare”, più “conforme”.
Lo stile
“Come musicista era una figura eccezionale perché apparteneva a due mondi: quello della musica rock e quello della musica contemporanea. Ed entrambe le tipologie del suo lavoro gli sopravviveranno”
Con queste parole il noto direttore d’orchestra Pierre Boulez descrisse Frank Zappa, di cui era un sincero ammiratore, in un articolo successivo alla sua morte. Grazie a queste pregnanti frasi si può comprendere come Frank fosse autore di una delle discografie più articolate, complesse e lunghe della storia del rock. Non solo per l’ampiezza dei generi esplorati, bensì per il sincretismo tra i suddetti generi: contaminava il rock con il jazz, il blues con la musica colta, e così via verso soluzioni compositive che aprivano le porte a nuovi mondi incredibilmente meravigliosi.
Oltre a tutto questo, le tecniche compositive da lui adottate furono le più disparate: fece gran uso dell’improvvisazione, della sperimentazione fino poi ad arrivare al rumorismo. Il geniale artista americano si ispirò moltissimo a compositori come Stravinsky o Varèse e difatti predilesse notevolmente la formazione orchestrale per i suoi arrangiamenti.
L’opposizione alla censura musicale
Negli anni ottanta il P.M.R.C. (Parents Music Resource Center) sottoponeva continuamente i prodotti discografici a severi controlli per determinare se il contenuto dell’opera offendesse il buon costume. Numerose sono le opere discografiche che subirono gli effetti della censura e tra queste non mancano nell’elenco molti album di Frank Zappa.
L’artista statunitense si oppose con forza e con toni decisamente pungenti alla censura musicale, appellandosi al primo emendamento della costituzione americana, che tutela la libertà di espressione. Frank Zappa dichiarò con tono polemico che il P.M.R.C. “lede le libertà civili dei cittadini adulti”. Portò avanti la sua lotta fino ai suoi ultimi giorni, insieme ad altri importanti artisti come i Quiet Riot e i Dead Kennedys. L’associazione P.M.R.C. si estinse poi al finire degli anni novanta.
Nonostante la malattia che lo condurrà presto alla morte, Frank Zappa non smise mai di scrivere e di lavorare ai suoi capolavori. È proprio del 1993 infatti il suo ultimo album, The Yellow Shark, nel quale arrangia vecchi brani e ne scrive di nuovi per l’orchestra da camera Ensemble Modern. Nell’ultimo anno, sebbene gli sia stato diagnosticato il tumore alla prostata e le sue energie siano ormai agli sgoccioli, Frank troverà la forza di salire sul palco e organizzerà diversi tour. Dopo la sua morte, la sua musica non si ferma: numerosi sono gli album postumi, testimoni inconfutabili della sua grandezza e del suo genio incredibile che non smetteranno mai di accompagnarci.
Giulia Scialò
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