Emily Dickinson nacque ad Amherst, in Massachusetts (USA), il 10 dicembre del 1830, è stata una poetessa americana che descrisse il mondo chiusa in una stanza. Seppur non di elevata estrazione sociale la sua famiglia era molto in vista nella comunità locale. Suo nonno infatti fu uno dei fondatori dell’Amherst College e suo padre, un avvocato, diventò un deputato del Congresso americano e rappresentò lo stato del Massachusetts per un mandato. Dal 1840 al 1947 frequentò la Amherst Academy e successivamente si iscrisse alle scuole superiori di South Hadley che frequentò per un solo anno.
Questo avvenne per volontà del padre che si sentì quasi costretto a ritirarla dall’istituto dopo l’ardito atto di Emily di non dichiararsi pubblicamente cristiana. Il carattere della ragazza d’altronde era definito ribelle ed eversivo persino dalla famiglia stessa. Da allora continuò gli studi da autodidatta dedicandosi nel tempo libero a scrivere lettere. In quel periodo condusse una discreta vita sociale. Emily Dickinson non si sposò mai anche se dai suoi scritti trapelerà forte il sentimento dell’amore. Dopo i 25 anni Emily si ritirò totalmente dalla vita sociale e si confinò nella sua casa dedicandosi appieno alla poesia e allo studio dei suoi autori preferiti.
L’isolamento e l’attività epistolare di Emily Dickinson
Tra questi: Shakespeare, Keats ed Emily Brontë. Per quanto possa sembrar strano furono proprio queste condizioni, che si rivelarono ideali per la maturazione della sua vena creativa ed intellettuale. Cosa alla quale non rinunciò mai fu invece l’attività epistolare che mantenne nel tempo, con pochi fidati amici. Se pur chiusa in una sua stanza Emily Dickinson scrisse sui più svariati temi. Descrisse l’amore, la natura, la fugacità della vita e della dolorosa tristezza insita nella certezza della morte. Quest’ultima, addolcita soltanto dall’idea del ricongiungimento con le persone amate.
Da dietro la finestra della sua camera osservo il mondo in tutte le sue sfaccettature. Onnipresente, il suo cane Carlo. Dopo la morte del suo fedelissimo compagno a quattro zampe Emily decise che non sarebbe uscita nemmeno più dalla sua stanza, e così fu. La casa dei Dickinson però era praticamente il centro della vita culturale del piccolo paese, quindi uno stimolo continuo all’intelligenza della poetessa, e così incominciò a raccogliere segretamente i propri versi in fascicoletti. Inoltre sempre in quel periodo coltivò profonda amicizia con Samuel Bowles direttore dello “Springfield Daily Republican” giornale che ospitò a partire dal 1861 alcune sue poesie, e con Kate Anton Scott. Con entrambi, intrattenne per anni una fitta attività epistolare.
Lo stile
Il periodo più prolifico di Emily Dickinson coincise decisamente con gli anni della guerra civile americana (1861-1865) e dal fatto che i suoi amici e corrispondenti più cari fossero lontani. Tra questi, Higginson impegnato nella guerra, e il reverendo Charles Wadsworth, per il quale si suppone, Emily provasse un forte sentimento d’amore, che si era trasferito a San Francisco in California. I suoi componimenti poetici piuttosto brevi, sono quasi del tutto sprovvisti di punteggiatura. Abbondante invece l’uso delle lettere maiuscole solo per enfatizzare il senso delle parole. Spesso nei suoi scritti Emily Dickinson fece ricorso all’uso dei trattini per spezzare le frasi simulando i tempi della respirazione.
Seppur conducendo una vita da eremita Emily Dickinson temeraria per i suoi tempi descrisse in maniera lucida e profonda di tutte quelle storture del mondo e della società in cui suo malgrado viveva, così come di quelle sfumature comportamentali che lasciavano segni profondi e delle quali sembrava accorgersene solo lei. Morì il 15 maggio 1886 nella casa di Amherst. La sorella Vinnie scoprì i suoi scritti nascosti e incaricò Mabel Todd di provvedere alla loro pubblicazione, che fu sempre parziale fino al 1955. Quella integrale fu curata da Thomas H. Johnson che comprendeva ben 1775 poesie.
Immagine di copertina (Emily Dickinson) photo credit: poesiadelnostrotempo.it
di Loretta Meloni