Benvenuti nell’universo femminile di LetteralMente Donna. Abbiamo dedicato la puntata di oggi ad una scrittrice che ha segnato il mondo femminista e la letteratura mondiale sin dagli anni 60′. Vi parleremo di una donna che ha messo a nudo una condizione femminile segnata da una continua ricerca della libertà. Entreremo oggi nel mondo di Edna O’Brien.
Edna O’Brien, tra Irlanda e Inghilterra
Si può dire che Edna O’Brien viva tra Irlanda e Inghilterra una grande trasformazione che riesce perfettamente a raccontare nei suoi romanzi . Proveniente da una formazione rigida, cattolica e bigotta la O’Brien si ritrova nel fermento culturale della Londra degli anni 60′. Una città totalmente diversa dal piccolo mondo di campagna irlandese da cui proveniva. Ne emerge una condizione di disagio che racconta già dai suoi primi romanzi come “Ragazze di Campagna” seguito poi ad altre due opere affini che completeranno una vera e propria trilogia. Questi primi romanzi segnano una svolta nel panorama letterario del tempo e non poche critiche.
Con il suo stile asciutto, conciso e senza frivolsimi la 0′ Brien parla sin dalle sue prime opere del disagio della condizione di una donna desiderosa di emanciparsi e di vivere la la sua libertà anche erotica e sessuale contrariamente al ruolo impostole dalla società. Ecco perchè i suoi libri furono proibiti e si dice anche bruciati nell’Irlanda cattolica degli anni 60′ che non condivideva l’idea di donna ribelle della O’Brien. Una donna raccontata schiettamente senza compromessi con nessuno dando vita ad alcune opere che segneranno il femminismo di quegli anni.
Contro il sentimentalismo e per la realtà
“A mio avviso, quel che importa è non lasciare andare il proprio ego troppo in là: lo devi tenere sotto stretta osservazione, devi sottometterlo all’editor che è in te e che nella fase della rilettura deve saper dire: ah no, questo è troppo, o, più raramente , questo non basta ancora. Lo trovo un esercizio molto eccitante. A volte mi chiedono perché non abbia fatto di un mio racconto un romanzo, e la mia risposta è sempre che sono i materiali stessi della narrazione a dettare la scelta della forma”. Queste le dichiarazioni rilasciate da Edna O’Brien in una sua intervista dove ci fa capire l’importanza nella sua narrazione di non abbandonarsi a facili sentimentalismi.
Come le hanno insegnato Cechov e Joyce ciò che conta non è raccontare tutto ma solo ciò che è più significativo ed in profondità . Ecco perchè quella della O’Brien è molto spesso una vera e propria denuncia di donne sottomesse e distrutte dall’uomo in un rapporto molto spesso disagiato. Una denuncia che rifiuta ogni sentimentalismo indagando anche in fatti realmente accaduti. Ne sono uno esempio i due ultimi romanzi della O’Brien come “Tante piccole sedie rosse” e “ Ragazza” dove attraverso il romanzo fa la sua personale denuncia sulla drammatica condizione della donna in Nigeria sull’onda dei rapimenti di Boko Haram. Questo scandalizzandoci ancora come negli anni 60′ con la forza delle sue parole.
Stefano Delle Cave