Il dpcm Natale è stato firmato nel pomeriggio di giovedì 3 dicembre. Il documento è stato presentato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte in conferenza stampa in serata. La sera della vigilia di Natale, il 24 dicembre, si dovrà tornare presso la propria abitazione entro le 22:00. La messa di Natale sarà anticipata così alle 20:00. La Conferenza Episcopale Italiana ha comunque chiesto alle parrocchie di fissare diverse messe durante l’intera giornata di Natale per evitare assembramenti. I protocolli in vigore dallo scorso maggio, dalle riaperture dopo il lockdown della prima fase dell’emergenza, prevedono l’uso della mascherina, il distanziamento e che le acquasantiere siano vuote.
LA CEI – La Conferenza Episcopale Italiana aveva già annunciato nei giorni scorsi la necessità che le celebrazioni si svolgessero in orari compatibili con il coprifuoco. “Sarà cura dei Vescovi suggerire ai parroci di ‘orientare’ i fedeli a una presenza ben distribuita, ricordando la ricchezza della liturgia per il Natale che offre diverse possibilità: Messa vespertina nella vigilia, nella notte, dell’aurora e del giorno. Per la Messa nella notte sarà necessario prevedere l’inizio e la durata della celebrazione in un orario compatibile con il cosiddetto ‘coprifuoco’”, si leggeva nel testo del comunicato della sessione straordinaria della Cei, svoltasi in videoconferenza il primo dicembre 2020.
Dopo l’approvazione del decreto Natale – tutta Italia Zona Rossa da giovedì 24 dicembre a domenica 27 dicembre, da giovedì 31 dicembre a domenica 3 gennaio, e ancora martedì 5 e mercoledì 6 gennaio; Zona Arancione invece da lunedì 28 a mercoledì 30 dicembre e lunedì 4 gennaio – presentato dal Premier Conte in conferenza stampa venerdì 18 dicembre, la Cei ha chiarito che “non ci sono cambiamenti circa la visita ai luoghi di culto e le celebrazioni: entrambe sono sempre permesse, in condizioni di sicurezza e nella piena osservanza delle norme” e che si consiglia l’utilizzo dell’autocertificazione. I vescovi hanno anche ricordato che la Circolare del ministero dell’Interno del 7 novembre 2020 precisa raccomanda che i luoghi di culto dove ci si può recare “dovranno ragionevolmente essere individuati fra quelli più vicini