Al di là dell’Atlantico l’aggettivo “terrifying” viene spesso usato con accezione positiva per indicare qualcosa di straordinario. Purtroppo non è questo il caso: il modo in cui Kelly Oubre Jr ha cominciato la stagione è letteralmente terrificante.
Riavvolgiamo il nastro allo scorso 19 novembre, quando durante un allenamento privato Klay Thompson è costretto a lasciare il campo. Fin dai primi momenti si teme il peggio e la conferma della rottura del tendine d’Achille allontana ogni speranza di rivederlo in campo in questa stagione. Una vera e propria mazzata per i Warriors che hanno atteso per più di un anno il ritorno sul parquet dello Splash Brother, dopo la rottura del crociato rimediata durante le Finals perse contro i Raptors nel 2019. Ma il Front Office ha promesso di tornare ad essere una contender, ai vertici della NBA come nei precedenti 5 anni, dopo l’annata deludente anche se giustificata per via degli infortuni. Così Bob Mayers corre ai ripari e imbastisce una trade per portare nella Baia il giocatore più “alla moda” di tutta la NBA, coinvolto poco prima nello scambio che ha portato CP3 in Arizona, sfruttando la trade exception da 17.2 milioni.

Il faticoso avvio di stagione

Nessuno si aspettava che Kelly Oubre Jr rimpiazzasse Klay Thompson e nemmeno che non lo facesse rimpiangere. Il numero 11 è semplicemente insostituibile: un po’ per l’intesa e per le caratteristiche che lo rendono un “perfect fit” con Steph e un po’ perché ad oggi l’ex Suns e Washington Wizards non ha dimostrato di avere il talento del figlio di Mychal. Tuttavia nel corso della carriera il giocatore è migliorato in tutte le principali statistiche anno dopo anno e l’esperienza in Arizona aveva fatto ben sperare, tanto da convincere i Warriors a puntare su di lui. Kelly avrebbe portato a San Francisco il suo atletismo, le sue doti difensive e anche qualche canestro venendo da una stagione conclusa a 18,7 punti di media con il 35% da 3 punti. Dal suo esordio all’opening night nella sfida contro i Nets però, Oubre ha tirato con percentuali ignobili: 0/17 da 3, 0/31 dal campo in tiri che non siano schiacciate (considerando quelle si raggiunge un misero 17.5%). Nemmeno nella vittoria contro i Bulls il giocatore è riuscito a risollevarsi, a differenza di Wiggins che ha fatto una prestazione quanto meno presentabile. I problemi non sono solamente nella metà campo offensiva, che potrebbero essere legati anche banalmente a un “momento no”. Kelly non sta difendendo bene e l’unico contributo portato alla squadra per ora arriva a rimbalzo (7.7 di media) ma la statistica è viziata dall’assenza di Green. Il contesto non aiuta anche perché Golden State ha iniziato davvero male e l’unica vittoria in tre partite è arrivata sulla sirena contro un avversario non propriamente irresistibile. Inoltre bisogna sottolineare che l’esterno in maglia #12 è in un contesto nuovo e la brevità dei training camp di quest’anno non aiuta di certo. Ma “Tsunami Papi” (come si fa chiamare sui social) deve dimostrare che Steve Kerr non si è sbagliato a puntare su di lui, già dalla prossima partita.

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Lorenzo Mundi

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