88 anni fa nasceva Paolo Villaggio. È stato grande innovatore della comicità italiana ed inventore della grande maschera di Fantozzi che ha rivoluzionato il cinema comico. Ha saputo anche conquistare il cinema d’autore regalandoci alcuni interpretazioni indimenticabili come il maestro Marco Tullio Sperelli in “Io speriamo che me la cavo”.

Paolo Villaggio e L’epopea di Fantozzi

Quando nel 1971 usci il libro “Fantozzi” Paolo Villaggio creò un vero e proprio fenomeno sociale. Il ragionier Ugo Fantozzi è il ritratto dei vizi delle ipocrisie della piccola borghesia in cui facilmente si riconosce l‘italiano medio. Un uomo che vive una vita grigia sotto il peso di una rigida gerarchia verso cui è totalmente servile. Il tutto accompagnato da un linguaggio ricco di neologismi e storpiature che entrarono diritto nell’immaginario collettivo rompendo con il tradizionale linguaggio comico. Così’nacque un personaggio che è entrato nella cultura di massa conquistando generazioni di persone.

La maschera di Fantozzi fu in definitiva consacrata dalla sua lunga epopea cinematografica cominciata nel 1975 con l’omonimo film diretto da Luciano Salce. Ad interpretare il mitico ragioniere non poteva che essere lo stesso Paolo Villaggio. Il grande attore genovese trasportò questa maschera sul grande schermo con tutta la sua potenzialità comica. Anzi al cinema apparve ancora più evidente come questo personaggio derivasse direttamente dalla commedia dell’arte. Non mancano poi riferimenti alla letteratura europea e alla tradizione cinematografica americana. Nel cinema fantozziano infatti il tipico linguaggio comico italiano viene sapientemente fuso con la slapstick comedy.

Il trailer di Fantozzi del 1975, fonte Calcio Catania Story

Il cinema d’autore

Oltre che quello comico Paolo Villaggio ha saputo conquistare anche il cinema d’autore. Il grande attore genovese fu protagonista insieme a Roberto Benigni dell’ultimo film di Fellini “La voce della luna” con cui vinse il David di Donatello come migliore attore protagonista. Villaggio inoltre è stato diretto da grandi registi come Monicelli, Olmi e Salvatores nel film “Denti”.

Il suo ruolo più famoso nel cinema d’autore è senza dubbio quello di Marco Tullio Sperelli nel capolavoro di Lina WertmüllerIo speriamo che me la cavo” del 1992. In questa pellicola è il maestro di una scuola elementare che fa da filtro con cui viene espressa dai suoi bambini la visione del mondo e della realtà degradata in cui vivono. In quello stesso anno Villaggio ha infine vinto un Leone d’oro alla carriera.

Stefano Delle Cave