“Il marchese del Grllo” è una della grandi commedie di Mario Monicelli. Protagonista del film è Alberto Sordi in uno dei suoi ruoli più celebri come quello del marchese romano Onofrio del Grillo . È un film entrato nella storia della commedia all’italiana diventandone uno dei cult. Con questa pellicola Monicelli ha conquistato anche un premio come miglior regia alla Berlinale del 1982. Stasera questo film torna in tv su Rete 4.
Il marchese del Grillo e e l’ultima commedia all’italiana
“Il marchese del Grillo” arrivò nelle sale cinematografiche in un anno di magra per il cinema italiano come il 1981. La grande stagione della commedia all’italiana, ormai in declino dopo i fasti degli anni 60-70′, si sarebbe conclusa un anno dopo con “Amici miei atto II” dello stesso Monicelli. Eppure il regista romano riesce a tirare fuori dal cilindro un cult come “Il marchese del grillo”. Lo fa regalandoci un altro dei suoi memorabili cinici e anarchici personaggi . Una maschera resa immortale grazie alla grande interpretazione di Alberto Sordi.
Il grande attore romano e mostro sacro della commedia riesce a rendere pieno un personaggio irriverente che si fa beffe delle autorità, del popolo e anche di se stesso come quello del marchese. Un personaggio che proprio grazie alla sua goliardia e alla sua trivialità e alla lotta contro ogni vincolo di potere precostituito viene apprezzato e osannato dal pubblico conquistando generazioni di spettatori. Quella stessa gente che definisce nullità.
Alcune curiosità sul film
La figura del marchese del Grillo è ispirato al nobile burlone protagonista di alcuni racconti popolari romani. Non si conosce il nome effettivo dell’uomo anche se i del Grillo erano una vera propria famiglia nobile romana il cui palazzo si erige nel centro della capitale nella zona chiamata salita Del Grillo. Una traccia storica dell’esistenza di questo ignoto nobile sono contenute in un libretto pubblicato nel 1887 da Raffaello Giovagnoli secondo cui il marchese sarebbe morto nel 1800.
Non manca ne “Il marchese del grillo” un certa citazione letteraria. La famosa battuta “Mi dispiace, ma io so’ io e voi non siete un cazzo!” è ad esempio ripresa dal sonetto “Li soprani der Monno vecchio” di Giuseppe Gioachino Belli. Sono state notate infine nel film alcune incongruenze storiche come ad esempio l’invasione francese dello Stato Pontificio che non avvenne nel 1809, come dichiarato dall‘annuncio di un soldato francese ai romani del film, ma l’anno prima nel 1808.
Stefano Delle Cave