Murakami Haruki nasce a Kyoto il 12 gennaio 1949. Fatta eccezione per il 2018 in cui il premio non è stato assegnato, ogni anno al momento di scommettere su chi potrebbe aggiudicarsi il premio Nobel per la Letteratura, il suo nome non manca mai. Scrittore, ma anche traduttore e accademico giapponese, Murakami Haruki è tradotto in più di cinquanta lingue. I suoi testi sono giudicati come cinematografici e molto descrittivi. La poetica che anima i suoi romanzi si inserisce nel filone dell’inquietudine e dello smarrimento provato dagli scrittori giapponesi figli del benessere del dopoguerra, ma incapaci di coniugare la nuova società con la tradizione e la spiritualità del loro Paese.
Biografia
Murakami Haruki è figlio di un monaco buddista e di un’insegnane di letteratura giapponese. Trascorre l’infanzia ad Ashiya, ma poi frequenta le scuole superiori a Kobe, nel prestigioso liceo della città. Proprio in quegli anni, Murakami inizia a leggere autori stranieri, incitato soprattutto dal padre, che prima di ereditare la guida del tempio, era anch’egli un insegnante di letteratura. La vita di suo padre è narrata nel suo ultimo successo pubblicato solo qualche mese “Abbandonare un gatto”; il primo romanzo veramente autobiografico dello scrittore.
Fallito il primo tentativo di entrare all’Università, decide di trascorrere un anno da rōnin (il samurai senza padrone). Nel 1968 entra alla facoltà di Lettere dell’Università di Tokyo, dove si laurea nel 1975 con una tesi sul cinema americano. Sono gli anni delle grandi contestazioni studentesche e, pur non partecipando attivamente, Murakami ne rimane fortemente influenzato. Non frequenta più le lezioni preferendo a queste, il cinema, il frequentare bar e concerti di musica jazz. Il suo primo lavoro fu, infatti, il commesso in un negozio di dischi, e non è un caso se la musica, nello specifico il jazz, sia una componente fondamentale in molti suoi romanzi. Sempre in quegli anni, nel 1971, sposa Takahashi Yōko, con cui poco tempo dopo nel 1974 apre un jazz bar.
La letteratura diventa il suo mestiere
Improvvisamente nel 1978 inizia a scrivere il suo primo romanzo. Il libro viene pubblicato l’anno dopo con il titolo Ascolta la canzone del vento, che gli vale il Premio Gunzo come miglior scrittore esordiente.Decide allora di vendere il jazz bar. Nel 1982 vince un altro premio, il Noma, per Sotto il segno della pecora, seguito nel 1985 dal Premio Tanizaki con La fine del mondo e il paese delle meraviglie.
Dall’ottobre 1986 viaggia tra la Grecia e l’Italia; in particolare tra la Sicilia e Roma. Qui nel 1987 scrive Tokyo blues, Norwegian wood, che diventa subito un caso letterario con più di 2 milioni di copie vendute in un solo anno. Nel 1991 si trasferisce negli Stati Uniti per insegnare all’Università di Princeton. L’anno dopo esce A sud del confine, a ovest del sole. E nel 1996 poi, che vince il premio Yomiuri con L’uccello che girava le viti del mondo. Con Underground, nel 1997, firma un saggio, in cui raccoglie le interviste ai sopravvissuti e ai parenti delle vittime dell’attentato alla metropolitana di Tokyo del 1995. Infine nel 1999 esce La ragazza dello Sputnik.
Murakami e la cultura pop
Murakami Haruki si definisce da solo in questa dichiarazione rilasciata alla rivista The Salon Magazine:
Amo la cultura pop: i Rolling Stones, i Doors, David Lynch, questo genere di cose. Non mi piace ciò che è elitario. Amo i film del terrore, Stephen King, Raymond Chandler, e i polizieschi. Ma non è questo ciò che voglio scrivere. Quello che voglio fare è usarne le strutture, non il contenuto. Mi piace mettere i miei contenuti in queste strutture. Questa è la mia via, il mio stile. Perciò non piaccio né agli scrittori di consumo né ai letterati seri. lo sono a metà strada, e cerco di fare qualcosa di nuovo. […] Scrivo storie strane, bizzarre. Non so perché mi piaccia tanto tutto ciò che è strano. In realtà, sono un uomo molto razionale. Non credo alla New Age, né alla reincarnazione, ai sogni, ai tarocchi, all’oroscopo. […] Ma quando scrivo, scrivo cose bizzarre. Non so perché. Più sono serio, più divento balzano e contorto».
Il ritorno in Giappone
Dal 2001 è tornato a vivere in Giappone e da allora si dedica esclusivamente alla scrittura e alla corsa: è infatti un atleta di maratone. Nel 2006 riceve il Frank O’Connor International Short Story Award per la raccolta di racconti I salici ciechi e la donna addormentata, vince il World Fantasy Award con il romanzo Kafka sulla spiaggia e ottiene il Premio Franz Kafka, in passato assegnato ad autori del calibro di Philip Roth. E ancora After Dark e 1Q84. A quasi sett’antanni, Murakami non ha ancora smesso di correre né, per fortuna, di scrivere.
Cristina Di Maggio
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