Dopo le dimissioni delle ministre di Italia Viva Elena Bonetti e Teresa Bellanova e del sottosegretario Ivan Scalfarotto, si apre ufficialmente la crisi di governo che porta a scenari differenti. Ecco quali
Crisi di governo, i sette scenari possibili
- Nell’ipotesi numero 1, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte rassegna le dimissioni affidando la risoluzione della crisi al presidente della Repubblica. Conte potrebbe comunque avere un terzo incarico.
- Secondo scenario: il premier non si dimette e diventerebbe reggente ad interim dei dicasteri lasciati da Bellanova (Agricoltura) e Bonetti (Famiglia). In questo caso verrebbe rimandata la caduta del Governo. Un’ipotesi rischiosa, in quanto basterebbe una mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni per far cadere il Governo Conte.
- Nella terza ipotesi Giuseppe Conte potrebbe lanciare una battaglia in Parlamento accusando Renzi di aver aperto una crisi in piena pandemia, con la campagna vaccinale appena avviata, con i soldi del Recovery Plan da prendere e con la presidenza italiana del G20 da affrontare.
- Il quarto scenario potrebbe portare ad una conta in aula, ossia intercettare alcuni centristi, ex parlamentari insoddisfatti del Movimento 5 Stelle, qualche renziano sfiduciato e probabilmente qualche membro di Forza Italia. Uno scenario malvisto dal presidente della Repubblica Mattarella. Conte potrebbe anche rimandare la resa dei conti, salire al Quirinale e ottenere il mandato per cercare una maggioranza solida. Quest’ultimo scenario permetterebbe al premier di continuare per almeno qualche mese.
- Scenario numero 5: rimpasto, strada percorribile.
- Ipotesi numero 6: vengono aperte le consultazioni, Conte verrebbe “abbandonato” anche dal Pd che potrebbe proporre Dario Franceschini come premier. Dal suo canto il Movimento 5 Stelle presenterebbe Luigi Di Maio. Una sorta di sfida interna.
- L’ultimo scenario, al momento il più estremo, porterebbe ad un governo con dentro tutti i partiti guidato da Mario Draghi o Marta Cartabia. Un governo elettorale, per intenderci. Questa ipotesi porterebbe l’Italia al voto anticipato in tarda primavera prima dell’inizio del semestre bianco.
Andrea Caucci Molara
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