Con Joe Biden ha in comune un problema di pronuncia contro cui ha lottato quando era bambina insieme a un disturbo dell’elaborazione uditiva. Ma potrebbe avere un altro punto di contatto con il presidente: al New York Times ha dichiarato di volere correre alle presidenziali del 2036. Sogni, talento, battaglie della nuova stella che ha portato luce alla cerimonia di insediamento del 46° presidente degli Stati Uniti d’America: Amanda Gorman, 22 anni, afroamericana di Los Angeles, una laurea in Sociologia con lode ad Harvard, attivista, la più giovane poetessa che abbia recitato durante una cerimonia dell’insediamento presidenziale oltre a vantare il titolo di National Youth Poet Laureate.
Gorman, che conta un milione di follower su Instagram, ha recitato la sua «The Hill We Climb», composizione terminata dopo le violenze del 6 gennaio a Capitol Hill. Leggendo i suoi versi, la giovane — catturando l’attenzione di tutti — ha accennato alla sua personale esperienza di «ragazzina magra afroamericana cresciuta da una mamma single che sognava un giorno di diventare presidente e oggi recita all’insediamento di un presidente». «Essere americani — ha detto — è più di un orgoglio che ereditiamo; è il passato in cui entriamo e come lo ripariamo». E ancora: «Anche quando abbiamo sofferto siamo cresciuti, anche quando ci siamo feriti abbiamo sperato e quando ci siamo stancati ci abbiamo provato. Non ci faremo spingere indietro o piegare dalle intimidazioni perché sappiamo che la nostra inazione e la nostra inerzia diventeranno il futuro».
Con la performance di oggi, Amanda è entrata in un ristretto club di poeti intervenuti in chiusura delle cerimonie di insediamento presidenziale: tra gli altri Robert Frost per John F. Kennedy, Maya Angelou per Bill Clinton e Richard Blanco per Barack Obama. Nella poesia, letta dopo che sul palco si erano alternate superstar come Lady Gaga e Jennifer Lopez, la giovane poetessa ha accennato alla sua personale esperienza di “ragazzina magra afro-americana cresciuta da una mamma single che sognava un giorno di diventare presidente e oggi recita all’insediamento di un presidente”. Un tocco in comune con Joe Biden, che da bambino era balbuziente: Amanda da piccola ha dovuto superare un difetto di pronuncia che le impediva ad esempio di scandire la “r” di “poetry”.
A scegliere la Gorman per l’occasione è stata Jill Biden che l’aveva di recente ammirata durante una lettura alla Library of Congress. Amanda aveva avuto carta bianca, e in “The Hills We Climb”, ispirato al tema dell’Inauguration Day “America United”, ha evocato “un nuovo capitolo” senza glissare sulle divisioni che hanno preceduto l’insediamento: “Abbiamo visto una forza che avrebbe distrutto il nostro paese se avesse significato rinviare la democrazia. Questo sforzo è quasi riuscito. Ma se può essere periodicamente rinviata, la democrazia non può mai essere permanentemente distrutta”.