La famiglia è la protagonista del dibattito politico, dai marcati tratti retrogradi e sessisti, che si sta consumando in Umbria. E’ in corso l’iter di approvazione per la modifica del Testo Unico in Materia di Sanità e Servizi sociali, modifica che travolge l’intero titolo relativo alle “Politiche per le Famiglie”.
Le famiglia come delineata dalla modifica legislativa
Nella modifica della legge regionale, firmata dalla Lega, la famiglia è descritta con i soli caratteri della famiglia tradizionale. Dunque un uomo e una donna. Tutte le lotte per il riconoscimento di pari diritti alle famiglie arcobaleno sarebbero spazzati via qualora fosse approvata la modifica legislativa umbra.
Ma non solo, tratti di pericolosità sociale della legge sulla famiglia si dispiegano anche in altri ambiti. A supporto della famiglia strutture convenzionate private, che andrebbero ad affiancarsi ai consultori. Strutture convenzionate in cui si insegna la contraccezione naturale e si dissuade dall’aborto. I movimenti, all’interno di queste strutture, si definiscono pro natalità ma – come si legge nella nota dell’Associazione Rete Umbra per l’Autoderminazione–
“non si fa alcun riferimento a politiche del lavoro, a un rafforzamento del welfare pubblico, mentre si torna all’idea di istituire un assegno prenatale per le madri che decidono di portare avanti la gravidanza: siamo alla monetizzazione della maternità”.
E qualora sorgessero problemi in famiglia?
Nella proposta di modifica della regione Umbria ritorna come unico metodo di risoluzione dei conflitti in famiglia la Mediazione Familiare. Lo strumento può essere sicuramente utile nel caso in cui le situazioni siano conflittuali, ad esempio in sede di separazione, ma non patologiche. Risulta infatti, senza dubbio, insufficiente nel caso in cui si ci trovi di fronte a reiterati episodi di violenza domestica. In materia di violenza domestica, in particolare, nella legge umbra manca il minimo riferimento alla Convenzione di Istanbul, ratificata dall’Italia.
Si legge ancora nella nota dell’associazione “Rete Umbra per l’Autodeterminazione“:
Con questa proposta di legge l’Umbria si configura sempre più come un laboratorio politico di una destra fondamentalista patriarcale ed omotrasfobica ,contraria alla libertà delle donne e completamente scollegata dalla realtà sociale del 21esimo secolo”.
Effettivamente, partendo da questi dati di fatto non si può che essere d’accordo. Lega e Fratelli d’Italia spingendo ad un conservatorismo estremo, appoggiati dai perbenisti e i Cattolici vorrebbero riportarci indietro. Non possiamo permettere che anni di lotte, volte semplicemente a rivendicare la libertà di poter essere se stessi, vengano cancellati da un gruppo di fanatici. Mentre il resto del mondo evoluto, tra l’altro, va nella direzione opposta.
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