Il governo italiano ha deciso di revocare l’export di bombe italiane in Arabia Saudita ed Emirati Arabi. L’Uama, ovvero l’unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento, ha dato il suo benestare e tale decisione blocca l’esportazione in questi due paesi di ben 12.700 ordigni.
Risoluzione del Parlamento a dicembre 2020
Il via libera concesso da Uama segue la risoluzione del Parlamento del dicembre del 2020, che ha visto in prima linea le deputate Yana Chiara Ehm del Movimento 5 Stelle e Lia Quartapelle del Partito democratico. Si richiedeva la proroga dell’export degli armamenti verso l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi, in vigore già dal 2019.
Tale accordo risaliva al Governo Renzi
Tale accordo, firmato nel 2016, durante il governo presieduto da Matteo Renzi, prevedeva la vendita di 20000 ordigni. Proprio questi ordigni sono stati, poi, oggetto di animate discussioni, poiché, secondo varie fonti giornalistiche, sono stati utilizzati contro i ribelli del regime saudita in Yemen. “La decisione politica era già arrivata la scorsa settimana, quando il ministro Di Maio ha inviato un parere accolto dalla presidenza del Consiglio sulla revoca”, ha spiegato a Ilfattoquotidiano.it il sottosegretario agli Affari Esteri, Manlio Di Stefano.
Export di bombe, gli ultimi passi del NO
Nonostante la decisione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte di rimettere il suo mandato nelle mani del presidente della repubblica Sergio Mattarella, Uama ha risulto le ultime questioni tecniche, poiché l’iter politico riguardante la revoca si era praticamente concluso, per cui, anche in presenza di una crisi di governo, si è potuto porre termine su tale questione. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha così commentato la decisione “un atto che ritenevamo doveroso, un chiaro messaggio di pace che arriva dal nostro Paese. Il rispetto dei diritti umani è un impegno per noi inderogabile. Continuiamo a lavorare seguendo la strada maestra”.
Stefano Vori