Caccamo è un paesone arroccato sui monti che sovrastano Palermo. Caccamo è il luogo dove si è perpetrato un altro, orribile femminicidio. Roberta Siragusa è il nome della ragazza uccisa, o sarebbe meglio dire massacrata, a Caccamo. Pietro Morreale, il suo fidanzato, è stato arrestato con l’accusa di omicidio ed occultamento di cadavere. Cadavere ritrovato “fra arbusti e spine” e “numerosi rifiuti”.
Un film già visto, purtroppo
In quasi tutte le tragedie che ci raccontano di omicidi ma, specificamente, di femminicidi, sembra di assistere a dei film il cui copione risulti essere sempre lo stesso. Il dominio di lui e l’isolamento di lei, la violenza scambiata per i soliti conflitti che contraddistinguono qualsiasi rapporto d’amore, soprattutto tra giovanissimi, la tragica sottovalutazione di segnali che avrebbero dovuto essere interpretati in maniera assai diversa.
L’ultimo giorno di vita di Roberta
Sabato 23 gennaio è stato l’ultimo giorno di vita di Roberta. Aveva 17 anni. Da quel momento è anche iniziato un parallelo tentativo di minimizzare e, quasi, giustificare, comportamenti del ragazzo che dovevano essere dei campanelli d’allarme di quella sua “fortissima attitudine al delitto”, come recitano le parole del giudice. Ci sono le parole dei genitori di lui che credono alla sua versione dei fatti, ma anche i segnali non colti della madre di lei, che parlando delle loro liti, continua a definirle “fisiologiche”.
Roberta Siragusa. La tragica realtà
Dopo una settimana, una tragica realtà viene a galla. Una situazione emotiva dei due giovani che lanciano segnali inequivocabili. Il giovane mosso “da un sentimento morboso” e la ragazza che, piano piano, si isola dal resto della comitiva di amici, abbandona il liceo e la sua amata scuola di danza. L’occhio nero di Roberta, immortalato in una foto sul suo profilo WhatsApp è un tragico avvertimento, così come i due ceffoni ricevuti da Roberta, davanti ai suoi amici, perché aveva sfilato dalla bocca di Pietro uno spinello. Roberta continua a non ascoltare i suoi amici che la mettevano in guardia da Pietro e le madri che continuavano a dire che era tutto normale.
Roberta Siragusa comprende la realtà
Arriva, però, anche il momento in cui Roberta inizia a comprendere che l’amore per Pietro non c’è più. Inizia a sentirsi in trappola, comprende che la situazione è insostenibile e pericolosa. Il resto appartiene alla cronaca, quella nera, come il buio che ha avvolto gli occhi di Roberta, al momento in cui è stata uccisa. Roberta “aveva il capo pressoché rasato ed il volto tumefatto”, dice la relazione del ritrovamento. Potrebbe essere l’effetto del fuoco? Forse, ma potrebbe essere anche un ulteriore, ignobile sfregio voluto dall’assassino.
Stefano Vori