Ancora una volta lo sport si scontra con la politica. Samira Zargari, la head coach della squadra iraniana femminile di sci alpino non è riuscita a partire per i Mondiali di Cortina. Il motivo? Le è stato proibito dal marito, che secondo la normativa vigente, ha il diritto di apporre tale divieto.
L’allenatrice della nazionale femminile iraniana di sci alpino, Samira Zargari, non è riuscita a recarsi in Italia con la sua squadra per i Mondiali di sci a Cortina. Il motivo che si cela dietro questo divieto, è stato riportato dalla Bbc nella versione persiana: il marito le ha proibito di partire. Samira Zargari pertanto, a causa della normativa vigente nella Repubblica Islamica, che limita fortemente la libertà delle donne, non potrà realizzare uno dei sogni più grandi di ogni atleta: rappresentare la propria nazione. Non potrà sfoggiare con orgoglio i risultati che otterranno le sue atlete dopo mesi di duro lavoro. Tutto per un “capriccio” del marito.
La reazione della Federsci iraniana
“Fino all’ultimo abbiamo cercato di trovare una soluzione, ma non è stato possibile”, ha fatto sapere la Federsci iraniana. È quanto riporta il quotidiano “Shargh”, citando una fonte informata della Federazione iraniana di sci. Sul sito della Federsci iraniana è stato pubblicato l’elenco della delegazione partita per l’Italia e, senza menzionare l’accaduto, è stato riferito che le atlete sono partite sotto la guida di Marjan Kalhor, membro di lunga data della squadra nazionale di sci alpino.
La legge del divieto
In base alla legge iraniana, per ottenere il passaporto, una donna necessita del permesso del marito. Tuttavia, anche nel caso in cui sia in possesso del documento di espatrio, lo stesso marito può impedirle di lasciare il Paese di volta in volta. Tale legge sottolinea marcatamente lo “stato di minorità” sancito dal diritto di famiglia, in cui si trovano a vivere le donne. La donna, di fatto, passa dalla tutela del padre a quella del marito, o in altri casi a quella del fratello o dello zio, senza mai poter affermare la propria piena autonomia. Una situazione che entra in contrasto con la volontà di emancipazione delle donne, che le ha portate a ricoprire molte funzioni pubbliche.
I precedenti
Quanto accaduto a Samira Zargari, è una privazione già imposta ad altre donne. Il caso più clamoroso fu, nel 2015, quello di Niloufar Ardalan, capitana della nazionale di calcetto. Il marito, un giornalista sportivo, aveva vietato alla donna di partire per partecipare ai Mondiali in Guatemala dopo una lite. La vicenda provocò una grande ondata di proteste. Le autorità a quel punto dovettero intervenire, e un giudice concesse alla calciatrice il permesso di lasciare il Paese, annullando il veto del coniuge. Infatti la legge prevede che sia il pubblico ministero, in caso di emergenze, a decidere sul rilascio del passaporto per le donne. Nel 2017 accadde a Zahra Nemati, campionessa dei Giochi Paralimpici di tiro con l’arco.
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